Indietro
menu
Rimini

Al Meeting il giorno di Giulio Andreotti, intervenuto sulla Resistenza

In foto: Quarta giornata al Meeting per l'amicizia tra i popoli. Oggi si è parlato di finanza come strumento di sviluppo, del cammino di pace in Irlanda e dell'esperienza positiva della famiglia, ma il vero protagonista del giorno è stato un amico del Meeting Giulio Andreotti.
Quarta giornata al Meeting per l'amicizia tra i popoli. Oggi si è parlato di finanza come strumento di sviluppo, del cammino di pace in Irlanda e dell'esperienza positiva della famiglia, ma il vero protagonista del giorno è stato un amico del Meeting Giulio Andreotti.
di    
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
mer 22 ago 2007 19:23 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Ancora una volta il popolo del Meeting ha risposto presente. Sala gremita per l’incontro sulla Resistenza che ha avuto come protagonista l’inossidabile Giulio Andreotti e don Giovanni Barbareschi, già cappellano delle fiamme verdi, i partigiani cattolici. Religioso silenzio durante la testimonianza del sacerdote che ha raccontato della sua esperienza durante gli anni della guerra: del periodo della prigionia, dei primi giovani che confessò, 5 condannati alla fucilazione e ancora della rivista clandestina “Il ribelle” di cui era redattore. Tra gli applausi don Barbareschi ha concluso “Non preoccupatevi di diventare santi, ma di essere sempre uomini liberi”. Andreotti è interventuto ricordando l’altra faccia della medaglia, quella di chi si dichiarò antifascita, quando il fascismo era già caduto e che negli anni della guerra subì il fascino di Mussolini.
“Nella rivisitazione di quegli anni – ha detto il senatore a vita Giulio Andreotti – è importante dire che ci furono tanti, infatuati dal Duce, e che non fu solo propaganda, ma una realtà che non dobbiamo negare”.
La resistenza al Meeting è anche raccontata dalla mostra, “Testimoni della verità nell’Italia in guerra”. La storia scorre nei video dell’istituto Luce e giovani guide accompagnano i visitatori tra fatti cruenti che rischiano di essere dimenticati.