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Marchio piadina riminese: ancora un rinvio. La CNA ferma sul no

La motivazione arriva da una nota firmata da Luigi Bravi, Presidente dell’Associazione per la valorizzazione della Piadina Romagnola IGP, e Ubaldo Micheloni, Presidente Consorzio Produttori Piadina fresca della Provincia di Rimini.

La richiesta di marchi differenti per la piadina romagnola e per quella “riminese” – si legge – non ha trovato il nostro consenso, in quanto a nostro giudizio priva di fondamento giuridico sulla base delle norme comunitarie.
Si verrebbe infatti a determinare una sovrapposizione di territori, in contrasto con quanto richiesto in sede UE.

Ma anche se tale doppia tutela fosse possibile, le imprese rimarrebbero prive di certezze, in quanto a tutte le imprese romagnole sarebbe consentito di produrre la piada “riminese”, e viceversa.

Il consumatore italiano ed estero – che ovviamente conosce una sola piadina romagnola, sarebbe indotto alla confusione, mentre sarebbero certi i gravi danni per tutte le imprese del settore costrette a rivedere la propria politica di commercializzazione, impostata anch’essa, da sempre e da tutti, sul nome “piadina romagnola”.

La posizione dei produttori della CNA rimane ferma, in attesa di nuovi sviluppi.