lo scorso giugno Sgarbi dovette rispondere davanti al giudice di Firenze all’accusa di diffamazione nei confronti di due magistrati riminesi. Il fatto risaliva ad una puntata di ‘Sgarbi Quotidiani’ del 95; si parlava delle acquisizioni delle cartelle cliniche di Vincenzo Muccioli, e l’udienza si concluse con un rinvio degli atti alla Procura.
Ma è a luglio che Sgarbi si scatena: prima in un’intervista al quotidiano “La Stampa” inserisce il Duomo di Rimini tra i 10 orrori culturali d’Italia.
Poi, il 9 luglio, la visita al Tempio Malatestiano con giudizi senza mezzi termini: il nuovo altare, assolutamente da spostare, è “una ceramica da bidet” . Troppo chiassosi poi i colori dei restauri, ed un brutto “effetto gesso” per alcune delle statue.
La Diocesi replica: “Il Duomo è stato restaurato correttamente e seguendo l’iter concordato con la Soprintendenza di Ravenna”; ma Sgarbi ce l’ha un po’ con tutto: bruttissimo, a suo parere, anche il nuovo arredo di piazza Tre Martiri, e inutili le ‘finestre’ che si aprono nella pavimentazione per lasciare spazio all’antica strada romana; da riaprire la diga che blocca l’invaso sotto il ponte di Tiberio e, dulcis in fundo, “un orrore” l’anfiteatro e infelice la sua collocazione a causa della presenza dell’asilo svizzero.
A fine luglio Sgarbi si scusa con la Diocesi di Rimini, ma non cambia idea sulla necessità di modifiche, e il 19 agosto al Meeting torna a tuonare sull’altare del Duomo; concetto ribadito con forza anche a ottobre in occasione del Pio Manzù.
Intanto a settembre anche l’Ordine degli Architetti riminesi attacca il sottosegretario: a farli arrabbiare l’affermazione “la dittatura degli architetti è un male peggiore dell’AIDS”.
Il 21 febbraio il sindaco di Rimini Ravaioli, ospite di Radio Icaro, aveva detto “Lo ritengo un professionista preparato e intelligente, e perciò da lui mi aspetto affermazioni intelligenti”. Chissà se dopo l’incontro di ieri il giudizio è rimasto lo stesso.