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Ballando sul fondo del bicchiere

Parto da casa verso mezzanotte e imbocco la via Cervese temendo di incontrare traffico. Invece tutto è tranquillo e anche sulla Statale Adriatica il traffico è sì sostenuto ma scorrevole. Qualche disagio lo creano i clienti delle prostitute che rallentano all’improvviso. Conto almeno sei ragazze ai margini della strada lungo i tre chilometri di statale che percorro per giungere a Milano Marittima. Per la Croce Verde sono quattro i volontari (tre ragazzi e una ragazza) che ’sacrificano’ volentieri una serata, o forse sarebbe il caso di dire un’intera notte, per prestare eventualmente soccorso a qualche coetaneo in difficoltà. Gli Operatori di Strada invece si occupano di una campagna a favore dei giovani che mira a informare sui danni provocati dall’alcool e dalle droghe. Molti giovani si fermano incuriositi nei pressi dell’etilometro che hanno gli Operatori. La prova è gratuita e ai ragazzi è spiegato che il limite oltre il quale viene ritirata la patente è pari a 0,5 grammi di alcool etilico per litro di sangue. Il limite è stato abbassato di recente, prima era pari a 0,8 per mille.

Un “popolo” di giovanissimi

L’età media dei frequentatori di questa discoteca è sui 17- 18 anni. Non mancano comunque i giovanissimi, dai 13 anni in su, mentre i più ’attempati’ non superano i 22 anni. All’una di notte ormai tutti sono entrati. Decido di entrare pure io assieme ad un volontario della Croce Verde. La temperatura è apocalittica – si è rotto l’impianto dell’aria condizionata, spiegherà poi uno degli addetti del locale – e l’interno, suddiviso in un ambiente più grande e in una sala più piccola, è stracolmo. Il dj alterna sui ’piatti’ musica rock molto gradevole.

“Ma dov’è la musica spacca timpani da 180 battute al minuto di cui si sente parlare?” penso fra me e me.
Boccheggiando, riacquisto l’uscita e anche i 26 gradi afosi della calda notte mi paiono temperature alpine, rispetto alla discoteca- forno.

Uno su quattro è “alticcio”

Ogni tanto qualcuno esce per una boccata d’aria e molti si avventano
sull’etilometro. Diversi giovani superano il limite, almeno un 20-25 per cento. “Ma non tocca a me guidare”, precisa un ragazzo che sfiora l’1 per mille di alcool nel sangue. Tanti ragazzi fanno la prova, pochissime le ragazze, due o tre su oltre 100 test effettuati. “Le ragazze sono più timide – spiega Lidia Agostini, coordinatrice degli Operatori – e si avvicinano meno al nostro camper. Proporzionalmente comunque bevono molto meno dei ragazzi”.

I giovani la mettono sul ridere. Si avvicinano a gruppetti e allora uno alla volta chiedono se possono fare la prova. Risatina generale da parte degli amici di turno, che osservano curiosi incalzando: “E lasciami passare…”. “Oh, ti scavi”? (ti sposti, ndr). Quasi c’è la ressa e le Operatrici a fatica riescono ad accontentare tutti. Per un ragazzo, vent’anni presumibili, romagnolo, la lettura dello strumento non lascia dubbi: “0,9: non puoi guidare”. Pacche sulle spalle da parte degli amici e futili giustificazioni del ragazzo tipo: “lo strumento è rotto”, oppure: “ho bevuto solo un litro di birra e tre wodka”. Ma si vede che va orgoglioso di aver superato il limite, come se fosse un biglietto di visita della propria presunta, assurda superiorità.

E i genitori stanno a guardare
Sono passate le due e fuori dal locale ci sono almeno cinque o sei adulti. Sono i genitori di qualche giovane, per lo più ragazze, che non si fidano di far tornare in auto con gli amici i propri figli. Un padre si avvicina al camper e esprime soddisfazione “perchè qualcuno sta vicino ai nostri figli durante le ore della discoteca”.
Ad un certo punto un ragazzo esce dal locale. Barcolla e si sdraia sul marciapiede. “Fa sempre così”, dice l’amico che l’accompagna. I volontari della Croce Verde gli si avvicinano e constatano che ha alzato parecchio il gomito. Poco dopo, gli stessi volontari soccorrono una ragazza che lavora nel locale: il caldo asfissiante le ha causato un abbassamento di pressione, ma basta un po’ di acqua zuccherata e l’aria fresca per farle riprendere i sensi in fretta.

Alle tre i ragazzi escono a frotte e si lanciano sul negozietto di piadina che sorge, in modo strategico, proprio lì a fianco. Si siedono ai tavolini e si rifocillano con piadina, salsiccia, birra e coca-cola.

60mila lire col pub

“Una sabato sera tipo – spiega Mattia di Cesena – viene a costare dalle 40 alle 60 mila lire. Compreso anche il giro al pub, ovviamente”. C’è chi si avvicina al camper e molti parlano con le Operatrici di Strada anche per delle mezz’ore intere, come se cercassero in una figura più grande, ma ugualmente giovane, un approdo dove scaricare le proprie ansie e i propri problemi.

L’orologio segna le quattro e mi avventuro ancora all’interno. C’è meno gente e la musica è, stranamente, più ’pompata’, più forte, dal ritmo più frenetico. Nella saletta addirittura si ’poga’, cioè si balla spingendosi e dandosi spallate. Per tenersi svegli, immagino.

Verso le cinque c’è ancora qualcuno, ma anche i volontari e gli Operatori levano le tende. Ormai albeggia: da un lato sulle saline cervesi si specchia ancora la luna, dall’altro, verso il mare, la luce del giorno pare affrettarsi ad illuminare il ritorno a casa di tanti ragazzi.

Cristiano Riciputi