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L’allarme della CGIL sul turismo sostenibile

Dal 1950 al 2000 la nostra economia ha subito una rivoluzione, e i numeri lo indicano chiaramente: da 2,2 a 15 milioni di presenze, da 5mila a 40mila occupati, da 340 a oltre 2.600 alberghi, oltre a strutture di altro tipo. Una crescita che ha portato introiti ma anche notevoli costi indiretti per i soggetti pubblici. Nei periodi estivi –prosegue la CGIL- si arriva a 15mila presenze per chilometro quadrato: nessuna tecnica operativa del territorio può organizzare in modo efficiente e sostenibile una tale densità senza compromettere le risorse naturali non rinnovabili. Se si continua a misurare il nostro sistema turistico solo in termini di arrivi e presenze non ci sarà mai nessuna riflessione seria sul modello turistico di qualità. La sostenibilità di un ecosistema è un problema politico, che deve essere aperto a tutti i rappresentanti della comunità locale, non solo agli addetti ai lavori. Quanta salute di riserva avrà il nostro mare – si chiede la CGIL- se continuerà a ricevere tutti gli scarichi chi si accumulano dala Lombardia fino alle fogne di casa nostra? Walter Martinese rilancia il dibattito sul turismo sostenibile.