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Era già su di giri l’omicida di Diouf

Ora, dal carcere, si difende disperatamente: “Non sono un mostro, non sono un violento, non so cosa mi sia successo quella sera”. Nel primo pomeriggio è stato interrogato dal giudice Lorena Mussoni, che si è riservato di decidere sulla convalida del fermo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. E’ scontato che resti in carcere visto che ha di fatto confessato di aver afferrato dei coltelli e di aver colpito il giovane senegalese. “Ho perso il controllo, ero fuori di me”, dice ora confuso, e chiede di poter contribuire con i suoi risparmi alle spese per il funerale di Samba. Figliolia ora è più vago quando chiama in causa il ruolo degli amici nella colluttazione. L’ambulante Antonio Varriale ha sostenuto di essere intervenuto solo per separarli e per tentare di fermare Vincenzo, mentre Pasquale De Rosa, che i carabinieri la mattina dopo hanno trovato in spiaggia con la nipotina, sostiene di non essere neppure entrato nel forno. Sulla porta c’era anche Gaetano, 22enne disoccupato con un diploma da geometra, indagato a piede libero per concorso nell’omicidio, interrogato dal pm per 17 ore alla presenza del suo avvocato. “Sei pazzo, fermati, cosa stai facendo!” urlava Gaetano mentre Vincenzo colpiva Samba.
Per ricordare il giovane senegalese Cgil, Arci e le associazioni degli immigrati manifesteranno domani sera con un corteo-fiaccolata da Bellariva al centro di Rimini.