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Attualità Rimini

TARI 2018: aumenti del 2,9%. Nel settore alberghiero 2,6 milioni di insoluto

In foto: repertorio
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di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 13 mar 2018 13:56 ~ ultimo agg. 14 mar 11:18
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Nel 2018 la Tari aumenterà del 2,9%. Un aumento su cui incide in particolare, tra le voci PEF, l’accantonamento al fondo svalutazione crediti, che quest’anno ammonta a 2.980.000 di euro. Il piano approvato da Atersir prevede un costo complessivo di oltre 41 milioni di euro, in aumento di oltre un milione rispetto al 2017.

L’assessore al Bilancio Gianluca Brasini ha presentato le modifiche tariffarie alle commissioni congiunte I e V. Ha spiegato che l’aumento poteva arrivare al 10%, ma che l’impennata è stata scongiurata grazie al recupero dell’evasione: in due anni (2016 e 2017) sono stati recuperati 6 milioni. Il solo settore alberghiero fa segnare – afferma Brasini – un insoluto di 2.615.000 euro, pari al 29% della categoria. “Numeri che contiamo di poter tagliare nel prossimo futuro – spiega Brasini – soprattutto confidando nella collaborazione e nel supporto delle Associazioni di categoria”. Il recupero ha il duplice obiettivo di “perseguire l’equità fiscale e di recuperare risorse indispensabili per continuare a contenere gli aumenti delle tariffe e confermare ed ampliare le agevolazioni e le esenzioni rivolte agli utenti domestici e non”.

Anche per il 2018 l’impostazione della Tari garantisce l’eliminazione di sperequazioni tra le diverse categorie, mantenendo le esenzioni, le agevolazioni e le detrazioni già introdotte. Nel 2017 le agevolazioni per le utenze domestiche sono state pari a 220 mila euro, in particolare per i contribuenti in situazioni di disagio sociale. Ammontano invece a oltre 2 milioni di euro le agevolazioni rivolte a piccoli artigiani e imprenditori.

Nel nuovo regolamento viene, in particolare, riconosciuto un incentivo alle utenze non domestiche che oltre a conferire correttamente in raccolta differenziata, si adoperano a rendere più pulito e decoroso il contesto cittadino attraverso l’utilizzo di schermature che mitighino l’impatto visivo dei contenitori dei rifiuti. In particolare, proseguendo nell’esperienza già avviata lo scorso anno, è prevista una riduzione tariffaria del 15% (contro il 6% dello scorso anno) agli stabilimenti balneari che accorpandosi sviluppino una consistente superficie (superiore ai 25mila mq) e che realizzino sistemi di raccolta differenziata e di schermature ai contenitori dei rifiuti.

Altra modifica, in linea con la legislazione statale e già adottata da altri comuni in Regione come Parma e Bologna, prevede l’estensione dell’esenzione della Tari a tutti i luoghi di culto delle confessioni religiose che hanno un’intesa con lo Stato italiano, comprese le aule adibite esclusivamente ad attività di catechismo. “Dalla commissione – spiega l’assessore Brasini – è emersa la necessità condivisa di andare a definire meglio i confini di tale esenzione. Per questo motivo si lavorerà ad un emendamento congiunto alla delibera che arriverà in consiglio comunale”.

Inoltre dal 2018, per agevolare i contribuenti, viene spostato il termine per il pagamento della prima rata (o della rata unica) della TARI dal 15 maggio al 31 maggio.


L’intervento di Marzio Pecci, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale:

La situazione economica riminese non presenta indici di crescita che fanno pensare ad una imminente uscita dalla crisi. Essa è ancora in corso ed i dati positivi diffusi dall’Istat sono economicamente impercettibili dal cittadino comune che ancora fatica ad arrivare alla fine del mese oppure pagare le imposte per la propria azienda.

Purtroppo l’amministrazione comunale indifferente a questa situazione, dopo aver introdotto l’aumento dell’imposta di soggiorno, introdotto la tassa sui passi carrai oggi si appresta ad aumentare la TARI. Purtroppo Gnassi, che non sa tagliare la spesa, ogni giorno deve inventarsi un modo per aumentare le entrate per sostenere la “macchina comunale” che avrebbe bisogno di un grande rinnovamento.

La pesante sconfitta elettorale non è servita a nulla se l’Amministrazione continua a percorrere la vecchia strada della spesa senza limiti. Il provvedimento dell’aumento della Tari deve essere fortemente censurato perché esso va a favorire l’aumento delle diseguaglianze per cui i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.

Le dichiarazioni dell’assessore che Rimini ha un’amministrazione virtuosa perché nelle cittadine limitrofe le imposte sono più alte serve solo a dare una giustificazione agli aumenti richiesti da inizio d’anno. Purtroppo Sindaco ed Assessore non sono capaci di pensare agli effetti negativi che tali aumenti producono e ciò sia sulla redditività delle aziende che sullo stipendio dei lavoratori. Non riescono a pensare che questi costi si trasferiscono sul prodotto o sul costo del servizio che dovrà essere sopportato dal consumatore con un ulteriore impoverimento dello stesso.

Invece di guardare alle città vicine chiediamo al Sindaco Gnassi di essere più virtuoso nella spesa e decidere finalmente di ridurre i costi della “macchina comunale” e poi di comprendere l’importante ruolo che ha l’istituzione che rappresenta nel creare e plasmare il mercato. Rimini ha grandi potenzialità di crescita e di sviluppo: sarebbero sufficiente stare di fianco agli imprenditori ed alle partite iva, riducendo tasse ed imposte, piuttosto che “strozzarle” fino a farle morire come, purtroppo, sta accadendo in questi anni.