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Attualità Nazionale

Inquinamento elettromagnetico, rischi per la salute spesso sottovalutati

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 7 ott 2017 16:10 ~ ultimo agg. 9 ott 12:04
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Una minaccia reale ma da tutti sottovalutata. Questo è l’inquinamento elettromagnetico secondo chi da anni studia il fenomeno. Federconsumatori di Rimini ha cercato di mettere in luce tutte le criticità in un convegno al quale hanno partecipato il dottor Morando Soffritti, presidente onorario della Fondazione Ramazzini, il dottor Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR, il professor Fausto Bersani, consulente della Federconsumatori, e l’avvocato Daniele Marino.

L’esposizione della popolazione aumenta sempre più – spiega ad Icaro tv il dottor Marinellie tutto questo malgrado ci siano sempre maggiori evidenze di effetti biologici importanti che dovrebbero suggerire un principio di precauzione.” “Negli ultimi anni le ricerche dimostrano in modo incontrovertibile gli effetti sulla salute ma dal punto di vista politico non c’è abbastanza ricezione di questi messaggi. Anzi queste informazioni che arrivano dalla ricerca scientifica spesso vengono sottaciute e messe da parte. Ad esempio, lo Iarc ha classificato le radiofrequenze come possibile cancerogeno per l’uomo ma questo non ha prodotto alcun risultato nello sconsigliare l’uso dei cellulari tra gli adolescenti.”

Nel riminese le emergenze più urgenti riguardano l’elettrodotto Forlì-Fano costruito ad inizio anni ’90 sulla base di carte del 1948 nelle quali la zona era indicata come aperta campagna. Peccato che ora le case ci siano. I residenti si trovano da oltre 25 anni con i cavi dell’alta tensione a passare sulle loro abitazioni con i livelli volt/metro ampiamente sopra i limiti di sicurezza. Nella battaglia in tribunale tra i cittadini ed Enel (ora Terna) i periti hanno ammesso il nesso causale tra i disturbi presentati da molti residenti e la presenza dell’elettrodotto. Ma nonostante tre gradi di giudizio vinti, i 4mila che in provincia vivono a ridosso del Forlì – Fano non hanno ancora visto rispettato il loro diritto alla salute riconosciuto dalla Costituzione. Il problema, dice sconsolato il professor Bersani, è “che stanno male a norma di legge“.


È un vero e proprio assedio. In casa o al parco, in un locale o sul posto di lavoro, poco cambia. I campi elettromagnetici sono ovunque. Tecnicamente si suddividono in due tipologie: ad alta frequenza, generati dai sistemi di telecomunicazioni, dalle antenne radio-tv, dai dispositivi wireless e dalla telefonia cellulare, e a bassa frequenza, prodotti invece dalle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica e, in sostanza, da qualsiasi presa elettrica.
Spesso a preoccuparci sono le strutture imponenti: dai megaripetitori di radio e tv agli elettrodotti, solo per fare qualche esempio. Quello che sfugge è che ad essere pericolosi per la salute sono anche gli oggetti di cui ci circondiamo tutti i giorni.

I Cellulari. Partiamo dagli indiziati numero uno: i telefonini. Molte ricerche indicano possibili patologie sia di natura cangerogena, sia a livello di disturbi neurocomportamentali legati all’uso degli smartphone. Ricerche che hanno portato l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) a classificare nel 2012 le radio frequenze tra i possibili cangerogeni. Per non incorrere in sanzioni (come accaduto ai produttori di tabacco), i produttori di cellulari sono stati costretti ad indicare nelle istruzioni e sul prodotto i consigli per un corretto utilizzo e i rischi potenziali: l’entità dell’emissione del prodotto deve essere evidenziata con un codice alfanumerico che inizia con FCC ID e digitando questo codice su internet si ottengono tutte le informazioni. Trovarlo però non è immediato visto che molto spesso è necessario smontare la batteria del telefono. E anche le indicazioni per la salute presenti sulle istruzioni non balzano facilmente agli occhi visto che sono scritte in caratteri piccolissimi. Chi avesse voglia e pazienza (oltre ad una buona vista) vi troverebbe scritto, ad esempio, che il cellulare non deve essere avvicinato a pacemaker o protesi acustiche oppure che, quando acceso, deve stare ad una distanza di un paio di centimetri dal corpo.”
Il WI-FI. Benché sempre più diffusi, anche i sistemi wi-fi sono tutt’altro che salutari tanto che l’UE, sempre per il principio di precauzione, ha indicato in modo non vincolante di privilegiare le reti cablate. Recentemente un decreto del Ministero dell’Ambiente sconsiglia il wi-fi nelle scuole. Una pratica che invece il Miur incentiva. Anche tra ministeri bisognerebbe mettersi d’accordo.

Baby Monitor &co. E se fin qui si è parlato dei “soliti sospetti”, ci sono altri oggetti di tutti i giorni i cui effetti nocivi sono decisamente inaspettati. Ad esempio i baby monitor per i bimbi che generano effetti nocivi e andrebbero tenuti a debita distanza. Altre indiziate, o forse qualcosa in più, le diffusissime lampade a basso consumo alle quali andrebbero preferite quelle led.

La parola d’ordine, quando si parla di elettrosmog, è “precauzione”. Questo non significa stravolgere le proprie abitudini e bandire oggetti che fanno parte ormai della vita di tutti i giorni ma, almeno, mantenere le distanze. Nel vero senso della parola: allontanarsi di uno o due metri basta in genere a smorzare i campi elettromagnetici che, è bene ricordarlo, sono prodotti praticamente da tutti gli elettrodomestici (dalla lavatrice al tostapane, passando caricabatterie, schermi pc e tv specie a tubo catodico).