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Ambiente Provincia

Siccità. La ricetta degli ambientalisti: serve prelievo e riuso regolare dell'acqua

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di Redazione   
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ven 18 ago 2017 07:50 ~ ultimo agg. 13:35
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Non un ciclo dell’acqua “aperto” che preleva acqua buona e la rilascia come rifiuto, ma un ciclo “chiuso” con prelievo e riuso regolare della risorsa. Questa la ricetta delle associazioni ambientaliste A.N.P.A.N.A., Fondazione Cetacea, Legambiente, L’Umana Dimora e WWF Rimini per porre rimedio alla grave situazione idrica nella quale versa la provincia con fiumi e falde in grave sofferenza così come piante e animali. Le associazioni lanciano un appello alle istituzioni ad aprire un dialogo attraverso veri e propri tavoli di lavoro.


La lettera delle associazioni ambientaliste riminesi

Il caldo torrido pare passato, ma la situazione idrica e ambientale rimane grave anche nella nostra provincia. Emergenza prevista, a cui il meteo non prevede sbocchi nell’immediato futuro. Fiumi e falde sono in grave siccità e sofferenza. Piante e animali, specie i pesci, sono allo stremo. O sono morti…
Ma Salvioli di Coldiretti Rimini affermava ancora sabato scorso la necessità di prelevare in deroga dal fiume Marecchia già in sofferenza… ed etichettava come “burocrazia” il rispetto di specifici obblighi di legge per il rispetto e la sopravvivenza dell’ambiente fluviale. ”
E sono molti i soggetti istituzionali – da Hera al Consorzio di bonifica, ad AMIR e Romagna Acque – intervenuti in queste settimane per spiegarci cosa fanno e prevedono di fare“ per salvaguardare” le risorse idriche e ambientali. I risultati però li abbiamo visti bene in questa torrida estate.
Tutti questi Enti in realtà sponsorizzano strategie che vedono in un ulteriore prelievo idrico e sfruttamento dell’ambiente l’unica prospettiva di sopravvivenza, per l’agricoltura e non solo.
Ma è proprio questo sfruttamento che, unito alla siccità, causa la situazione di grave carenza idrica che si ripete puntualmente ormai da troppi anni.
Una concreta prospettiva di rendere la risorsa idrica abbondante e disponibile senza prosciugare l’acqua di superficie e di falda, con un sistematico riuso delle ingentissime risorse idriche rilasciate dai nostri impianti di depurazione (oltre 50 milioni di metri cubi anno, un sesto della portata annua del Marecchia), viene regolarmente censurata.
Viene da pensare che ci sia una chiara volontà di omettere questo tema e questa possibilità al dibattito e alla conoscenza dei cittadini
L’ Assessore all’Ambiente di Rimini, Anna Montini, ci comunica che sta lavorando a ipotesi di riuso delle risorse idriche…O.k., speriamo che questo lavoro si concretizzi presto in progetti concreti
Ma per ora si continua a sostenere un ciclo integrato delle acqua aperto e “a perdere”, che preleva acqua buona e la rilascia come rifiuto, e che vede nello sfruttamento intensivo dell’ambiente l’unica prospettiva.
In questo modo però si rende scarsa una risorsa abbondante – per poterla vendere a prezzi più cari ? – -trasformando la carenza idrica in un limite permanente allo sviluppo economico della nostra provincia.
Noi diciamo che per difendere il nostro ambiente e la nostra risorsa idrica, e garantirci uno sviluppo sostenibile per il futuro, è necessario che il ciclo integrato dell’ acqua da “aperto” ( con prelievo e scarico nell’ambiente) diventi “chiuso”, con prelievo e riuso regolare della risorsa, dando così conseguenza anche alle previsioni e intenzioni elaborate fin dagli anni ’70 e finora colpevolmente disattese.
E come Associazioni ambientaliste ci attiveremo perché questo tema non sia più omesso e censurato sui tavoli istituzionali e nel dibattito pubblico della realtà riminese

Le Ass.ni ambientaliste A.N.P.A.N.A. , Fondazione Cetacea, Legambiente, L’Umana Dimora e WWF Rimini