Indietro
menu
Attualità Cronaca

Furbetti delle case popolari, cambiano le regole. 26 procedimenti di decadenza

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 18 ago 2017 12:54 ~ ultimo agg. 19 ago 10:20
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min Visualizzazioni 2.689
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Scatta la lotta ai furbetti delle case popolari con l’applicazione da ottobre delle nuove regole per il calcolo del canone d’affitto negli appartamenti Erp. La giunta ha approvato le novità sulla base delle nuove disposizioni in materia della Regione Emilia Romagna.

Si tratta, spiega l’amministrazione, di un nuove norme che cercheranno di garantire maggiore equità sociale: chi entra in una casa popolare vi rimarrà per il tempo necessario per superare i periodi di difficoltà, dovendo comunque esaudire costantemente i criteri di una determinata situazione reddituale e patrimoniale. Il canone d’affitto sarà calcolato infatti, oltre che sulle fasce di reddito degli inquilini, anche su una serie di indicatori come la metratura, le caratteristiche qualitative dell’appartamento, il comune e la zona in cui è ubicato; tutti indicatori che concorrono a determinare un canone “oggettivo”. Solo per le famiglie a bassissimo reddito, che rientrano nella fascia di protezione, è confermato il criterio di non applicare il canone oggettivo ma solo quello del reddito.
I nuclei familiari assegnatari sono distinti in fasce: una fascia di protezione in possesso con Isee massimo di 7.500 euro, una con Isee tra i 7.500 e 17.154 euro e una fascia di permanenza con Isee da 17.154 a 24.016 euro. Una modifica, quest’ultima, che mira ad adeguare, per gli inquilini che già abitano in alloggi popolari, il canone d’affitto all’effettiva condizione economica e che penalizza chi occupa alloggi fortemente sottoutilizzati.
Intanto proseguono i controlli sui furbetti. Aldilà del recente caso eclatante dell’anziana signora a cui sono stati trovati redditi per più di 500mila euro, sono diversi i casi emersi in questi mesi: sono 26 le famiglie per le quali sono stati attivati i procedimenti di decadenza.

Equità sociale e contrasto a chi non ha diritti impedendo quelli degli altri – è il commento di Gloria Lisi, vicesindaco con delega alle politiche abitative del Comune di Rimini – sono i due grandi obiettivi che ci stanno guidando in questo importante corpus di modifica dei regolamenti per gli alloggi residenziali pubblici. Modifiche che vanno a favorire il turnover a favore delle famiglie più in difficoltà con un approccio nuovo che privilegia un aiuto verso una progressiva indipendenza piuttosto che un assistenzialismo fuori dal tempo e non più funzionale ai nuovi e mutevoli bisogni espressi dalla società di oggi.