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Cronaca Rimini

Aeradria, cade l'associazione a delinquere. Tutte le accuse rimaste in piedi

In foto: l'ingresso del Tribunale
l'ingresso del Tribunale
di Redazione   
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mer 5 lug 2017 11:09 ~ ultimo agg. 6 lug 15:19
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E’ la caduta dell’accusa di associazione a delinquere perché il fatto non sussiste la notizia del giorno dal Tribunale di Rimini da dove si attendevano le decisioni del Gip Vinicio Cantarini sulle richieste di rinvio a giudizio per il fallimento di Aeradria. Per diversi degli indagati eccellenti restano invece in piedi le accuse per altri capi, tra i quali truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, abuso d’ufficio e reati fallimentari. Per gli altri reati è stata fissata l’udienza davanti al Tribunale collegiale il 23 gennaio.

. Le accuse nel dettaglio per gli 11 rinviati a giudizio

In totale sono 11 i rinviati a giudizio: Massimo Masini dovrà rispondere di bancarotta fraudolenta e altri casi di bancarotta semplice, false comunicazioni sociali, truffa allo Stato e falso in bilancio; per Lorenzo Cagnoni e Manlio Maggioli cadono 9 capi d’accusa su 11, ricorso abusivo al credito e truffa aggravata; Andrea Gnassi è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato, ricorso abusivo al credito e abuso d’ufficio; anche Stefano Vitali dovrà difendersi dalle accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato, ricorso abusivo al credito e abuso d’ufficio; per Mario Formica restano in piedi i reati di bancarotta fraudolenta in concorso con Masini, ricorso abusivo al credito e false comunicazioni sociali; per Ferdinando Fabbri, prescritta la truffa ai danni dello Stato, resta l’accusa di false comunicazioni sociali; Alberto Ravaioli dovrà rispondere di false comunicazioni sociali, truffa e abuso d’ufficio; per Massimo Pironi l’unica accusa è quella di abuso d’ufficio; Santo Pansica e Fabio Rosolen dovranno rispondere di concorso esterno in bancarotta fraudolenta.


I commenti dei coinvolti

La decisione del Giudice dell’udienza preliminare segna formalmente uno snodo fondamentale per reinquadrare l’intera vicenda AERADRIA – commenta il sindaco Andrea Gnassisgombrando il campo di fatto dalle accuse che sono piovute addosso come insopportabili macigni negli ultimi quattro anni”. Il primo cittadino parla di una “una svolta decisiva che mi solleva enormemente dopo anni, mesi, settimane, giorni, è inutile nasconderlo, di grande sofferenza e dolore profondo”. In merito al prosieguo del processo Gnassi si dice convinto che “il Tribunale giudicherà senza alcun pregiudizio, facendo finalmente chiarezza su 20 anni di gestione dell’aeroporto di Rimini.” “Servirà pazienza e tempo – prosegue – ma metro dopo metro, documento dopo documento, carta dopo carta, si ristabilirà la verità, la nettezza e l’assoluta onestà dell’esercizio del mio ruolo pubblico sul caso in questione”. Nessun tentennamento infine sul suo futuro: “la svolta odierna rende ancora più salda la determinazione circa il prosieguo del cammino amministrativo e il mio personale impegno a servizio di esso”.

A Stefano Vitali è stato riconosciuto il non essere ancora in Provincia all’epoca dei fatti contestati. Senza citare esplicitamente la vicenda, scrive a caldo su Facebook:  “…da oggi, per me, comincia una nuova vita!!!“. “Per uno come me – aggiunge poi a margine di una nota del suo legale – per le scelte di vita che ho fatto, per il rigore morale con cui ho sempre affrontato le questioni amministrative, oggi è davvero un grande giorno. Soprattutto perché le accuse più infamanti relative all’associazione a delinquere sono cadute….e sarò ancora più sereno di dimostrare (finalmente) al processo anche la mia completa estraneità verso le restanti accuse.” Per Vitali, evidenzia il suo legale Moreno Maresi, oltre al non luogo a procedere per associazione a delinquere, è arrivato anche quello per false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta aggravata. Secondo l’avvocato, la pronuncia del GUP  “appare un primo e significativo pronunciamento.” “Solo dopo la lettura delle motivazioni della sentenza – prosegue – si potranno svolgere più approfondite riflessioni; allo stato va però rilevato come in ordine al reato di truffa contestato e per il quale risulta essere stato emesso un sequestro in danno di Stefano Vitali e di altri imputati, la Corte di Cassazione in data 04.04.2017, accogliendo il ricorso della difesa, abbia annullato il provvedimento di sequestro per il solo Vitali disponendo un nuovo esame della vicenda innanzi al Tribunale della Libertà di Rimini“.

L’avvocato Maurizio Ghinelli, che rappresenta l’ex sindaco Alberto Ravaioli (per lui restano le accuse di abuso d’ufficio e vecchi falsi in bilancio) esprime soddisfazione per la caduta dell’accusa principale.

Lorenzo Cagnoni, ex presidente di Riminifiera oggi presidente di IEG, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” per i reati di concorso in false comunicazioni sociali, di concorso in bancarotta fraudolenta documentale, di concorso in bancarotta fraudolenta per distrazione, di concorso in abuso d’ufficio.

Permane l’accusa relativa agli impegni di compartecipazione al piano di marketing per il rilancio dell’Aeroporto di Rimini da parte della Società del Palazzo dei Congressi S.p.a.. Accusa – spiegano i legali Cesare e Roberto Brancaleoni – “che ingiustamente si assume  fittizia, in relazione alla quale affronteremo in totale serenità un dibattimento che, per le prove di cui disponiamo, porterà certamente alla definitiva assoluzione del Dott. Cagnoni. Quanto alla posizione del Dott. Cagnoni per quelle singole condotte, la Corte di Cassazione ha già scritto Peraltro, sembra di comprendere che sia stata la Provincia a sollecitare alla Società Palazzo dei Congressi l’adesione al contratto di marketing, ma proprio la Provincia, nella prospettazione dell’accusa condivisa da GIP e TDR, sarebbe stato l’ente truffato. CERTAMENTE poi NON PUO’ ESSERE RAVVISATA, allo stato, la responsabilità del presidente della Palazzo dei Congressi (Cagnoni) per il fatto che altri contratti erano simulati, atteso che QUELLO OGGETTO DI CONTESTAZIONE ERA REALE e sembra aver avuto esecuzione”. Lo stesso Procuratore Generale della Corte di Cassazione aveva scritto “La documentazione prodotta dal ricorrente CAGNONI, al di là della natura privatistica o meno all’epoca dei fatti della società da questi rappresentata, rivela, inoltre, che la prestazione prevista in contratto è stata effettivamente eseguita”.

Per l’ex presidente della Camera di Commercio Manlio Maggioli, caduta l’accusa di associazione a delinquere, restano quelle di concorso in bancarotta e truffa. Per voce del suo avvocato Moreno Maresi, Maggioli esprime “da un lato la propria legittima soddisfazione per il provvedimento del GUP Tribunale di Rimini che entrando nel merito ha accertato come per molti dei fatti contestati non sussista alcuna responsabilità, e dall’altro afferma di essere fiducioso di poter dimostrare nel corso del processo, che inizierà nell’anno nuovo la propria estraneità rispetto alle residue condotte ipotizzate.”

Prosciolto da ogni accusa Stefano Fabbri, partner dello studio commerciale Skema di Rimini. Commenta il suo legale Alessandro Catrani: “La sentenza sancisce finalmente come Skema ed il dottor Stefano Fabbri abbiano agito lecitamente in piena conformità al proprio mandato professionale nel difficile tentativo di salvataggio dell’Aeroporto riminese, senza porre in essere condotte penalmente rilevanti come da sempre, viceversa, sosteneva la pubblica accusa. Da oggi si può finalmente affermare che, se mai sussistano responsabilità penali in relazione alle vicende societarie collegate alla gestione del Fellini, queste non riguardano in alcuna maniera né il dottor Stefano Fabbri né lo studio Skema. Sono estremamente soddisfatto”.

A fronte di un sequestro iniziale di 749.000 euro per ciascun indagato, poi ridotto su istanza dei legali a 650.000 euro complessivi, il G.U.P. ha ulteriormente ridotto l’importo a carico di ciascun imputato a 72.222 euro.

 


I commenti della politica

Il deputato del PD Tiziano Arlotti commenta: “Nel pieno rispetto del ruolo della magistratura, non mi sono mai permesso di intervenire sull’attività giudiziaria portata avanti sul caso Aeradria. Ho osservato però come le contestazioni mi paressero abnormi, a partire dall’accusa di associazione per delinquere, un reato gravissimo. Oggi la vicinanza che ho sempre dimostrato agli amministratori locali ha trovato riscontro e quell’accusa viene legittimamente a decadere. Sono convinto ora che nel dibattimento si potranno chiarire ulteriormente anche gli altri aspetti oggetto di contestazione nei confronti degli amministratori pubblici e dei vertici della società”.

Secondo i consiglieri regionali del Pd Nadia Rossi e Giorgio Pruccoli “la nube più scura è stata spazzata via e ora è possibile fissare un grande punto fermo sul quale ricostruire la verità dei fatti riguardo la vcenda Aeradria. La prima certezza, imprescindibile, oggi arriva dalla decisione del giudice del Tribunale di Rimini Vinicio Cantarini: la caduta dell’accusa più pesante e offensiva per un qualsiasi amministratore, quella dell’associazione a delinquere, sgombra infatti il campo da ogni possibile teorema di ‘disegno criminoso’ alla base della gestione dello scalo riminese. Come ovvio l’archiviazione del principale capo d’accusa, e anche di altri, per gli amministratori pubblici coinvolti è una notizia che accogliamo con grande soddisfazione ed è anche finalmente l’occasione per dare la giusta dimensione alle prese di posizione ferree per quanto strumentali di chi, nel corso degli ultimi mesi e anni, non ha perso l’occasione per emettere le proprie sentenze prima del tempo.
E’ il primo, decisivo passo di un percorso successivo che siamo certi servirà a fare completa chiarezza sui fatti che negli anni hanno segnato la gestione di una infrastruttura che è stata e resta di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e per il futuro dell’intero territorio”.

Per il segretario provinciale del PD Juri Magrinicosì come nella fase delle indagini molti elementi si sono chiariti, sono convinto che anche la fase processuale sarà utile per definire gli altri aspetti della vicenda. Ribadisco piena fiducia nella Magistratura e convinzione del buon operato delle persone coinvolte”.

Secondo il segretario comunale del PD Alberto Vanni Lazzari si tratta di “un passo importante per l’affermazione della verità nella annosa vicenda Aeradria. Confermando la piena fiducia verso l’operato della magistratura, nella prossima fase processuale gli amministratori coinvolti potranno finalmente e ulteriormente chiarire la loro posizione in merito ai reati contestati, sgravati però dalle accuse più pesanti. Finalmente.

Per il capogruppo di Patto Civico in consiglio comunale a Rimini, Mario Erbetta, “si è avuta la conferma giudiziaria che non tutto è come sembra o come la stampa e una parte dell’opinione pubblica fanno sembrare. Da avvocato sono allergico alle gogne mediatiche, a condanne anticipate a mezzo stampa.
Sono un garantista e credo fermamente che l’imputato risulti colpevole solo dopo i tre gradi di giudizio previsti dalla Costituzione. E questo indipendentemente da chi sia l’imputato, politico o semplice cittadino. Non entro nel merito degli atti giudiziari e confido pienamente nella magistratura riminese. Quello che mi sento di dire a difesa del sindaco Gnassi che come è stato rilevato dal giudice riminese non può e non deve esistere un reato per l’amministratore che non poteva non sapere. Il tempo sarà galantuomo e svelerà le eventuali responsabilità che si proveranno giudizialmente. Ma in attesa del responso finale si è innocenti fino a prova contraria e a sentenza definitiva. E’ un sacro principio Costituzionale a cui tutti si devono inchinare indipendente dalla fazione politica a cui si appartiene.

Un buon passo verso il buonsenso” per l’onorevole Sergio Pizzolante. “È caduta – commenta – l’accusa di associazione a delinquere per gli ultimi sindaci, presidenti della Provincia, della Camera di Commercio, della Fiera, dell’Aeroporto e altri imputati. Non poteva che essere così.  In tempi non sospetti, ero ancora un’esponente dell’opposizione a Rimini, mi pronunciai contro questo capo di imputazione per gli amministratori locali, contro i quali avevo speso anni di impegno politico.
La mia tesi era ed è che una stagione era finita. La stagione dell’eccesso di finanziamento pubblico e di gestioni pubbliche. Ma quella fase politica sbagliata doveva essere giudicata dagli elettori e non dai tribunali. Ero e sono contro una visione tutta penale della vita pubblica. Non possono essere le procure a definire e giudicare “il limite oltre il quale l’investimento pubblico è nell’interesse della personale carriera dell’amministratore pubblico e non della comunità”. Quest’ultima è una tesi che si è affermata in alcune procure in giro per l’Italia.  E l’associazione a delinquere è lo strumento con il quale si persegue questo presunto reato politico. Penso che il giudice di Rimini abbia fatto chiarezza. Penso che sia una cosa buona perché, al contrario, ci troveremmo di fronte a un’aberrazione. Perché con questo utilizzo dei presunti reati associativi, sommato al nuovo reato di traffico di influenze, noi dichiareremmo reato l’attività politica stessa. E quindi seppelliremmo la democrazia rappresentativa trasformandola in democrazia giudiziaria. Come ha detto qualche settimana fa Angelo Panebianco.
Ma la svolta riminese non cancella l’amarezza, per chi ha senso di giustizia, di questi anni che, lo so, sono stati di grande sofferenza per gli imputati e i familiari e non elimina i rischi, in Italia, derivanti da norme sbagliate a dal loro uso distorto. Anzi la situazione può solo peggiorare se la legge antimafia, oggi al Senato, dovesse poi essere approvata definitivamente alla Camera. Una legge che dopo l’estensione dell’associazione a delinquere dai reati di mafia a tutti i tipi di reati, applica il sequestro preventivo dei beni al solo sospetto della corruzione! Terribile. Nemmeno le parole di preoccupazione di Cantone e dello stesso nuovo presidente dell’Anm fanno ragionare Renzi e il Pd.
Il Pd dovrebbe riflettere su questa deriva giustizialista e penalista. E dovrebbe capire che la rincorsa ai Grillini porta alla fine della democrazia.  Restano in piedi a Rimini i presunti reati riferiti alle operazioni di comarketing. Anche qui non si capisce perché ciò che si può fare altrove non sia possibile farlo a Rimini. Vedremo. Intanto, un buon passo verso il buonsenso!”

 


Il commento integrale del sindaco Gnassi

“Finalmente oggi si mettono in chiaro, da parte della Giustizia, importanti elementi di verità.
Perché la decisione del Giudice dell’udienza preliminare segna formalmente uno snodo fondamentale per reinquadrare l’intera vicenda AERADRIA, sgombrando il campo di fatto dalle accuse che sono piovute addosso come insopportabili macigni negli ultimi quattro anni. Il Gup ha disposto l’archiviazione sull’associazione per delinquere ‘perché il fatto non sussiste’, così come le ipotesi d’accusa di reati societari, dalle false comunicazioni sociali alla bancarotta fraudolenta ‘per non aver commesso il fatto’. E’ una svolta decisiva che mi solleva enormemente dopo anni, mesi, settimane, giorni, è inutile nasconderlo, di grande sofferenza e dolore profondo. Non ho mai potuto accettare in questo difficile periodo come la mia storia, la mia vita di persona nata e cresciuta in questa città fosse rappresentata come quella di un membro di una ‘associazione dedita al delinquere’. Mi sono sempre riconosciuto e identificato in quel senso di rispetto e di dignità delle istituzioni e della cosa pubblica, frutto degli insegnamenti e di una tradizione famigliare fondata su principi rigorosi e non negoziabili di legalità e onestà. Se avessi pensato anche per un solo attimo di avere agito al di fuori del perimetro delle norme, non avrei esitato ad assumere le decisioni conseguenti. Perché prima di tutto c’è la responsabilità nei confronti della cosa pubblica della città e dei suoi cittadini, gli stessi che un anno fa mi hanno riconfermato la fiducia, credendo nella linearità e nell’onorabilità di questa amministrazione.
Ora nel corso delle successive fasi sono certo che si farà giustizia e che finalmente si restituirà una fotografia comprensibile della realtà di una storia ventennale. Sarà in quella sede che verranno assunte nella loro interezza carte, documenti, fatti accertati e specifici ruoli anche in relazione all’accusa, residuale, relativa al sostegno dei piani di marketing per vettori low cost nell’anno 2006; sostegno preteso dall’accusa come fittizio. Servirà pazienza e tempo ma metro dopo metro, documento dopo documento, carta dopo carta, si ristabilirà la verità, la nettezza e l’assoluta onestà dell’esercizio del mio ruolo pubblico sul caso in questione. Perché non basta che, nella sostanza, l’ipotesi di abuso di ufficio sia oramai considerato intrinseco alla carica di amministratori locali oramai esposti a tutto; così come non basta che nella sostanza tutti sappiano che nessuno in questa vicenda si sia intascato un euro e che si sia agito per salvare l’aeroporto. E oggi un fondamentale riscontro sulla realtà delle cose lo si è già assunto con la decisione del Giudice dell’udienza preliminare.
Sono convinto che il Tribunale giudicherà senza alcun pregiudizio, facendo finalmente chiarezza su 20 anni di gestione dell’aeroporto di Rimini. Un’infrastruttura oggettivamente strategica, la cui fortuna è strettamente collegata al successo del sistema turistico locale nel suo insieme. Non lo dico io ma lo dicono i numeri, le cifre, i dati, la situazione analoga che vede interessati decine di altri scali in Italia e in Europa. Scali che, peraltro, sostengono economicamente i vettori per milioni di euro all’anno anche con il contributo degli Enti Pubblici.
E dico questo con la consapevolezza che la strategicità dell’aeroporto non debba comunque essere sovrapposta a eventuali, specifici errori e/o condotte e le conseguenti responsabilità.
La svolta odierna rende ancora più salda la determinazione circa il prosieguo del cammino amministrativo e il mio personale impegno a servizio di esso. La mia serenità viaggia di pari passo alla mia risolutezza nel portare avanti la responsabilità che i riminesi mi hanno voluto assegnare un anno fa.
Infine, voglio rivolgere il mio ringraziamento al’avvocato, professor Nicola Mazzacuva, che puntualmente ha rappresentato gli elementi fattuali e giuridici in sede di udienza preliminare con competenza e professionalità, a servizio dei fatti veri e accertati”.