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Politica Rimini

I "Grilli pensanti" su Affronte: dimissioni sono dovere etico

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 12 gen 2017 18:44 ~ ultimo agg. 19:02
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L’associazione Grilli pensanti, il gruppo storico del Movimento 5 Stelle a Rimini, esprime oggi in un comunicato dure considerazioni contro Affronte. Nel rispetto della libertà di avere le proprie opinioni, il fatto che Affronte continui a ricoprire un ruolo al quale lo ha portato l’impegno preso con gli elettori del Movimento lo pone nella schiera degli “opportunisti”. E non si possono considerare carta straccia, aggiunge l’associazione, gli impegni nei confronti del codice del Movimento: codice che lo differenzia da altre realtà politiche.


 

L’intervento dei Grilli Pensanti:

Come Associazione “Grilli Pensanti Rimini” non possiamo esimerci dal manifestare tutta la nostra amarezza per la decisione di Marco Affronte di abbandonare il Movimento Cinque Stelle per aderire, con la foglia di fico quale indipendente, al Gruppo parlamentare europeo dei Verdi. Non è nostra intenzione definirlo “traditore”  per il semplice motivo che, stando all’intervista pubblicata dal Corriere di Rimini, da solo si definisce tale usando l’espediente retorico di augurarsi che  così non venga definito.

Il nostro sentimento, dunque, è di profondo sconcerto, aggravato dalle motivazioni con le quali Affronte giustifica il suo gesto. Nessuno gli nega il diritto di avere idee proprie, eventualmente in contrasto con quelle di coloro che l’hanno sostenuto con l’impegno profuso in campagna elettorale per farsi eleggere, convinti che si sarebbe fatto portavoce delle loro istanze.  Se Affronte ritiene, per motivazioni sue personali, di non condividere il patrimonio di idee, di valori e istanze di quanti lo hanno prima candidato e poi votato e fatto eleggere, ha il dovere etico, prima che politico, di dimettersi per lasciare il posto a chi di quei valori e istanze continuerà a farsi promotore.

Affronte potrà liberamente sostenere le sue idee, criticare il MoVimento 5 Stelle, al quale deve le sue fortune politiche, da libero  cittadino. Se ha dei meriti, risorse culturali e professionali, ben potrà impiegarle militando in un altro partito o movimento. Non è, però, moralmente giusto che continui a farlo protetto da un privilegio, sfruttando la facoltà di cambiare casacca,  che migliaia di persone, in buona fede, gli hanno garantito.

Affronte dimostra non solo una assoluta indifferenza riguardo alla moralità politica della sua scelta, ma usa anche toni beffardi quando definisce “carta straccia” l’impegno assunto all’atto della accettazione della candidatura di pagare una penale qualora avesse abbandonato il MoVimento. Se questa è ed era la sua opinione, perché ha accettato? Perché ha firmato i Codici di comportamento? Quel “foglio” che Affronte dice di “non riuscire a chiamare diversamente” è l’espressione di una diversità del MoVimento rispetto a tutti gli altri partiti, pronti a dare accoglienza ai transfughi, non sempre eroi, ma molto spesso meri opportunisti. Così decidendo Affronte è entrato a far parte di quella schiera di politicanti che hanno in Scilipoti un primo deprecabile esempio e quale portabandiera.