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Athletic Falco. Bilancio positivo per il presidente Fabio Cameli

In foto: Fabio Cameli (a destra) insieme a Michele Andruccioli e Davide Nicolini
Fabio Cameli (a destra) insieme a Michele Andruccioli e Davide Nicolini
di Icaro Sport   
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ven 23 dic 2016 10:11 ~ ultimo agg. 10:14
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Un Natale sereno. A trascorrerlo l’Athletic Falco che ha chiuso il 2016 alla grande, ritrovandosi in seconda posizione ad un solo punto di distanza dalla capolista Sala (la classifica del girone R di Seconda Categoria). Il tutto grazie al successo (1-2) in trasferta ottenuto contro il Villamarina proprio domenica scorsa.

Ad essere soddisfatto, per il momento vissuto dalla sua squadra, il Presidente degli arancioneri, Fabio Cameli.

“Penso per i ragazzi sia stata una vittoria fondamentale, soprattutto sotto l’aspetto della consapevolezza nei mezzi su cui possiamo contare – afferma Cameli. Non dimentichiamoci che la gara precedente abbiamo affrontato il Sala, senza sfigurare di certo in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo. Ho un rammarico: vorrei sapere come sarebbe finita quella partita senza l’espulsione dubbia di Manfroni”.

Cosa ha fatto la differenza contro il Villamarina?
“Non posso parlare di aspetti tecnici, che non mi competono. È comunque evidente che Nicolini abbia schierato un undici titolare organizzato tatticamente, ordinato, in grado di non commettere sbavature fatali. Siamo inciampati in un errore solo sul finale del match col fallo da rigore in area che, di fatto, ha riaperto la gara. Ma la lucidità che abbiamo messo in campo per tutta la partita non è mancata anche negli ultimi sette minuti della sfida. Quindi i ragazzi sono stati ancora più bravi”.

Ora i Falchi, esattamente al giro di boa del torneo, sono ad un solo punto dalla vetta. Cosa ci si può realisticamente aspettare da questa squadra?
“Non partivamo da favoriti e non lo siamo nemmeno ora. E non lo saremo comunque. Ma lo sapevamo, in quanto il girone “R” è composto da squadre capaci di esprimere un livello tecnico davvero impressionante. Non a caso tra la prima e la nona, i punti di distacco sono appena sette. E non facciamoci comunque ingannare dalla classifica: Monteleone ed Accademia sono due signore squadre che emergeranno senza dubbio, scalando la griglia”.

Ad inizio stagione ti saresti ma aspettato di vedere la tua squadra così in alto al termine del girone di andata? Qual è il fattore che sta facendo al differenza?
“Avrei firmato in bianco per una simile posizione in classifica al termine del girone di andata. Sono realmente impressionato. Secondo me, per come la vedo e la vivo, Nicolini sta svolgendo un lavoro coi fiocchi. L’eredità che ha preso in carico era pesante perché le due gestioni di Michele Andruccioli si sono rivelate fruttuose, emozionanti, piene zeppe di risultati positivi. In un contesto così delineato Nicolini è arrivato raccontando quotidianamente sul campo la sua idea di calcio ed il gruppo, in gran parte rinnovato, ha assimilato rapidamente i concetti cardine. Ha subito fatto capire che quest’anno chiunque aveva l’occasione di andarsi a prendere il posto da titolare la domenica. E non si trattava di una storiella per incutere timore perché in diversi, spesso titolari, si sono seduti in panchina. Anche al sottoscritto, negli spogliatoio, è capitato di parlare ai ragazzi in maniera decisa: “Guardatevi alla vostra destra ed alla vostra sinistra, ponendovi una domanda: i compagni che vedete a fianco possono o meno giocare al posto vostro se in settimana non dimostrate di meritare la maglia da titolare?”. La domanda era retorica, è chiaro, perché tutti giocatori in rosa possono essere titolari. A questo bisogna aggiungere, ma non è un aspetto secondario, che Mister Nicolini è supportato da uno staff tecnico animato da competenze rare e da una passione unica”.

Quale caratteristica messa in mostra finora, spera che la squadra riesca a dimostrare fino al termine del campionato?
“Stiamo giocando bel calcio in ogni condizione e non rinunciamo mai a tenere in mano le redini della gara, contro qualsiasi avversario. Vogliamo fare la partita sotto la pioggia, su campi pesanti ed infangati, in inferiorità numerica, contro avversari più quotati. Non dobbiamo perdere questa caratteristica che alla lunga, secondo me, farà la differenza”.

Sotto quale aspetto, invece, i ragazzi devono migliorare?
“A volte noto dei singoli casi di deconcentrazione, ma queste sono situazioni passeggere. Ogni tanto però sono evidenti alcuni atteggiamenti sopra le righe che nessuno si può permettere. Ma sono casi isolati, ed essendo tali è anche più facile riprendere ed avvisare il personaggio in questione o metterlo di fronte ad una scelta”.

Nelle ultime settimane hai vestito di arancionero un attaccante, Manfroni, ed un portiere, Favarelli. Cosa si aspetta da loro?
“Manfroni stava lasciando il Sant’Ermete e non ce lo siamo lasciati sfuggire. Non perché il nostro attacco non fosse all’altezza, tutt’altro: abbiamo un reparto offensivo ben allestito che sta facendo bene. Molari non è una novità. Briganti ha cominciato la stagione con un infortunio, ma è una punta formidabile che ci serve come il pane. Anche Lucignano, quando è chiamato in causa, riesce ad avere buoni impatti sulle partite. In questo scenario Manfroni, che è un attaccante forte, è importante per dare maggiore scelta a Mister Nicolini. Nessuno è titolare inamovibile e, considerato ciò, servivano pedine. Per Favarelli, invece, il discorso è diverso. Donati si è fatto male e ha deciso di appendere scarpini e guanti al chiodo, entrando a far parte della dirigenza. In rosa avevamo quindi Caprili e Simoncini, due portieri sempre pronti. Quest’ultimo deve giustamente completare il percorso universitario e quindi non può essere vincolato costantemente agli impegni della squadra. Ecco perché Favarelli serviva, e lo abbiamo preso girando alla Spadarolo Davide Casadei”.

Casadei era uno della vecchia guardia. È stato difficile privarsene?
“Casadei è un ragazzo straordinario. Nei primi due anni ha sempre giocato titolare a livelli davvero significativi. Ci ha dato tanto, non ha lesinato impegno e sforzi. È uno di quelli che ha creduto di più nel progetto Athletic. Ad inizio stagione gli abbiamo parlato, come abbiamo fatto con tutti, alla luce dei numerosi innesti nel reparto arretrato. Lui ha capito, si è messo in discussione senza mai cedere a parole fuori luogo o ad atteggiamenti errati. A dimostrazione che è un ragazzo ed un atleta d’oro. Per avere più possibilità di giocare è andato altrove. Non è mai facile salutare certi giocatori”.

Dobbiamo aspettarci altri interventi sul mercato?
“Se il Barcellona ci gira in prestito qualcuno, con lo stipendio già pagato, un posto in rosa glielo troviamo”.

Qual è l’arma in più di questa società?
“Non dobbiamo dimenticarci un aspetto: i giocatori vanno in campo perché c’è chi, tutti i giorni, li mette nelle condizioni pratiche e burocratiche per farlo. Sto parlando dei nostri dirigenti che con passione, ogni giorno, si spendono per l’Athletic ed impegnano la domenica, sottraendosi alla famiglia, per garantire un perfetto svolgimento di ogni evento riguardante la squadra. Per carità, si impegnano anche i giocatori: ma almeno loro hanno lo “sfogo” in campo e praticano lo sport che amano. Ai dirigenti imponiamo anche di tacere per non prenderci multe o sanzioni. Non è un caso che nessuno dei nostri dirigenti, in due anni e mezzo, si sia reso protagonista di azioni deprecabili. E sono fantastici anche i nostri tifosi che ci seguono anche in trasferta: ragazzi e ragazze che ogni maledetta domenica ci accompagnano ovunque e poi fanno festa con la squadra al bar”.

Alla luce di tutto questo che Natale è per l’Athletic?
“È un Natale tranquillo. Ed auguro la stessa serenità ai giocatori ed alle famiglie del Falco e di tutte le altre squadre del girone. E ci tengo a ringraziare anche le dirigenze dei team del girone “R”, che quando andiamo in trasferta ci accolgono sempre con cortesia, disponibilità e puntualità”.