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Speciale Garden

Il boom della danza, tra classica, moderna e hip hop

In foto: Una lezione di danza al Garden
Una lezione di danza al Garden
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 21 set 2016 10:30 ~ ultimo agg. 13 nov 10:40
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Il Garden rilancia la sua scuola di Danza, in tutte le sue discipline.  “Proponiamo corsi per ogni fascia di età ed a tutti i livelli, con l’obiettivo di introdurre gli allievi alle varie discipline (classico, moderno, hip-hop ) e prepararli a diventare dei veri professionisti, questo grazie anche alla collaborazioni nate durante lo stage” attacca Cecilia Pasini, insegnante di danza classica, diplomata come ballerina alla Royal Academy of Dance di Londra.

Dorian GroriDorian Grori, uno dei nomi di spicco a livello internazionale per il classico, ha dato la sua disponibilità come supervisore della scuola di danza classica del Garden.

Perché scegliere la danza?
“Io faccio danza classica da quando avevo 5 anni – racconta la sua esperienza Cecilia Pasini -. La danza non è uno sport, come pensano in molti, è un’arte vera e propria e come tale va considerata. Non insegna solo a muoversi, è una disciplina vera e propria, nella quale non si impara solo un movimento ma anche come comportarsi in sala. Un po’ come avviene a scuola, dove viene insegnata la disciplina, noi la insegniamo ballando”.

Quali sono i benefici per i praticanti?
“La danza è una disciplina che coinvolge tutto il corpo. Noi balliamo dalla testa ai piedi, quindi parliamo di un movimento totalitario, ed è una disciplina che non solo dà benefici al fisico ma anche alla mente. Soprattutto i bambini piccoli hanno la possibilità di muoversi imparando qualcosa di “sano, nuovo e stimolante”. Inoltre la danza è anche espressione, si tratta di comunicare con il corpo una emozione ad un pubblico.

Al Garden i bambini dai 3 ai 5 anni possono praticare la baby dance.
“Sono lezioni di un’ora durante le quali lavoriamo con la musicalità (con la musica), il gioco, l’espressione, che ai bimbi serviranno se decideranno di continuare con la danza. La baby dance è propedeutica a tutte le discipline di danza”.

Quali le differenze tra danza classica e danza moderna?
“Le differenze sono tante. Innanzitutto è diversa la struttura della lezione. Nella danza classica la lezione è suddivisa in due parti: nella prima col riscaldamento, si lavora alla sbarra (per i bambini dagli 8 anni in su), poi si lavora al centro, dove le bambine vengono suddivise in varie file e svolgono esercizi secondo le necessità del gruppo, seguendo un programma preciso. Poi salendo i vari livelli della danza classica, si arriva alle punte, a questo punto la lezione è divisa in tre fasi. Le lezioni dei più piccoli si chiudono con il defaticamento, sotto forma di gioco per liberare un po’ la mente, se sono grandi con lo stretching.
La danza moderna ha una prima parte di riscaldamento generale (senza sbarra), poi si procede con la coreografia vera e propria 30-40 minuti. La danza moderna è incentrata sul movimento, più ci si muove meglio è”.

Una volta si diceva: i maschi vanno a calcio, le femmine vanno a danza. È ancora così?
“Purtroppo sì. La situazione non è cambiata per i bambini piccoli. Sono pochi i praticanti perché dai “profani” la danza non viene percepita come una disciplina virile. In generale i maschi sono più propensi a iniziare quando sono già grandi e di solito si avvicinano alla danza moderna”. Poi, ovviamente essendo la danza classica la base di tutte le discipline, la aggiungono in seguito quando si accorgono che è indispensabile per migliorare la tecnica.

I talent show sulla danza hanno portato ad un aumento delle iscrizioni?
“Per noi insegnanti i talent show sono stati una grande vetrina, io direi che sono stati utili, perché hanno fatto conoscere la danza. Tutti hanno potuto vedere di cosa si tratta, anche se il lavoro quotidiano che facciamo in palestra è diverso da quello che viene fatto nei talent che è adeguato alle esigenze televisive. Per le prove gratuite di settembre abbiamo avuto un boom di partecipanti”.