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"Il lavoro (non) c'é". Un incontro sulle strade percorribili

In foto: l'incontro a Castel Sismondo
l'incontro a Castel Sismondo
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 24 giu 2016 15:05 ~ ultimo agg. 28 giu 09:35
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Il lavoro è uno strumento di dignità fondamentale per ogni persona: non solo come mezzo di sostentamento, ma come forma di valorizzazione dei talenti di ciascuno. E’ così per la dottrina sociale cristiana, è così per ogni uomo. Ma certo, oggi, non sempre è facile iniziare a lavorare o ricominciare, specie in alcune fasi della vita. Per rispondere alla domanda di dignità e lavoro che si leva così forte da ogni parte della società di oggi, alcune realtà associative della diocesi di rimini hanno attivato da tempo forme di aiuto e accompagnamento per chi cerca e chi offre lavoro: il Fondo per il lavoro della Diocesi, che aiuta il reinserimento di chi non è occupato, ha raccolto finora oltre 550 domande di aiuto e reinserito 75 lavoratori; il Centro di solidarietà, associazione di volontariato, solo nel 2015 ha accompagnato 440 persone offrendo aiuto per orientarsi e ottenendo 45 inserimenti lavorativi; in altre forme, sostengono il lavoro la CDO, il progetto Policoro nato per combattere la disoccupazione giovanile; le Acli, l’Enaip, la Caritas: attente al lavoro anche per chi si trova in difficoltà, l’Ufficio di pastorale sociale della diocesi.
Ieri, le associazioni insieme, hanno promosso un confronto “Il lavoro (non) c’è”, con il non fra parentesi, al Castello Malatestiano di Rimini, per fare il punto su quanto è stato fatto e aprire nuove piste di lavoro: perché il lavoro, c’è. A patto di saperlo inventare e cercare nel modo giusto.

 

Il Vescovo di Rimini ha aperto il confronto, sottolineando come il lavoro serva a completare l’opera creativa di Dio, per mano di ogni uomo, e come nessuno viva volentieri di carità, che cancella la dignità. Si sono poi alternate testimonianze di chi il lavoro lo ha perso e ritrovato: Daniele, Davide, Seidu e Umberto hanno ripercorso periodi non facili della propria vita, individuando errori fatti e scelte vincenti perché siano utili per l’esperienza di tutti; e alcuni di coloro che il lavoro lo creano, gli imprenditori, nocchieri in questi mari difficili: Alessandro Bracci della Teddy, Nicola Pastore della coop sociale la Formica e  Marco Giannini di Sodifer hanno espresso come il creare lavoro sia una forma importante di solidarietà, e farlo rappresenta una grande responsabilità.

Stefano Zamagni ha tratto le conclusioni e indicato alcune piste di lavoro, praticabili e operative da subito:  a partire da maggiori collegamenti fra scuola e mondo del lavoro. Per riuscire a cancellare il ‘non’ tra parentesi nel titolo del convegno, e poter dire che il lavoro, dimensione fondamentale per ciascuno, c’è.