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Provincia Rimini Social

Il continuo lavoro delle Caritas parrocchiali

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 24 mar 2016 08:48 ~ ultimo agg. 28 mar 21:33
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La diocesi di Rimini è l’unica in Italia a godere di una fitta rete di Caritas parrocchiali collegate tra loro. Dal 2013, infatti, la Caritas diocesana di Rimini è entrata nel sistema informatico Ospoweb e ha fatto sì che entrassero in questo sistema anche tutti i 56 Centri di Ascolto parrocchiali dislocati sul territorio: nel momento in cui una persona si presenta allo sportello di un Centro d’Ascolto, il volontario può così sapere se questa si è rivolta, o meno, ad altri Centri attivi in diocesi. Questo meccanismo diffuso in modo così capillare, fa sì che ogni parrocchia si prenda cura esclusivamente delle persone presenti sul proprio territorio, in modo da seguirle con maggiore attenzione ed evitando così di aiutare sempre le stesse persone “brave” a bussare a più porte.

 

IL “MOTORE”

Nel 2015 è aumentato il numero dei volontari impegnati nelle Caritas parrocchiali: sono 580, ma se a questi aggiungiamo i circa 290 della Caritas diocesana, arriviamo a 870 volontari impegnati nella lotta alla povertà, un vero e proprio esercito di persone di buona volontà.

Ma cosa fanno i volontari Caritas?

Al di là delle azioni “consuete” dell’immaginario collettivo – colloqui al Centro di Ascolto, distribuzione viveri e distribuzione indumenti – negli ultimi anni le azioni sono aumentate e diventate sempre più diversificate. Sono ad esempio aumentati i servizi per gli anziani:oratori per la terza età, visite a domicilio, consegna di pacchi viveri o di pasti caldi a domicilio, organizzazione di momenti formativi per particolari malattie ed organizzazione di momenti di svago e di incontro con giovani e bambini. Si sono ampliate anche le iniziative per le famiglie, diverse le Caritas che hanno pensato di arricchire il pacco viveri attraverso buoni spesa da adoperare al supermercati convenzionati, oppure che oltre al pacco viveri (che contiene pasta, riso, olio, biscotti e scatolame), hanno aggiunto prodotti freschi come frutta, verdura, pane e focacce. Alcune hanno organizzato anche raccolte di giocattoli usati che ridonano a bambini figli di famiglie in difficoltà.

Numerose le iniziative di coinvolgimento di tutta la realtà parrocchiale attraverso mercatini, raccolte di alimenti, organizzazioni di cene, feste, spettacoli teatrali e concerti. In alcune parrocchie, poi, è stata posta l’attenzione sulle attività di dopo scuola per offrire aiuto e sostegno alle famiglie. Vediamone alcune.

NON SOLO COMPITI

Sant’Antonio, Rivazzurra. Da novembre ci si ritrova due volte a settimana (il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 17.30) per il sostegno scolastico ai bambini delle elementari. I volontari-insegnanti in prima linea sono cinque, più quattro che offrono il proprio tempo a rotazione. Il sostegno e l’accompagnamento allo studio non si ferma nelle mura della parrocchia: spesso il responsabile va a parlare con gli insegnanti, per valutare e pianificare un piano di studio adeguato al bambino.

San Pio V, Cattolica. Qui il doposcuola si svolge il martedì e venerdì, dalle 16.30 alle 18.30, e vengono seguiti circa una decina di bambini delle scuole elementari e medie. I volontari sono otto e l’attività è prevalentemente mirata allo svolgimento dei compiti.

Savignano. In questa comunità si è addirittura costituita un’associazione, “Amici Don Baronio”, che effettua il doposcuola gratuito nelle sale della parrocchia da oltre quattro anni. Il servizio è nato dall’esigenza di aiutare una famiglia di profughi e si è sviluppato tramite il passaparola. Partecipano bambini (dalla prima alla quarta elementare) di tutte le nazionalità, compresi musulmani (turchi, marocchini ecc.). Un bellissimo esempio di integrazione e amicizia. Il doposcuola è attivo tutti i giorni tranne il mercoledì, sabato e domenica, ed è chiuso nel periodo estivo. L’associazione è sempre alla ricerca di nuovi volontari, in quanto i bambini che frequentano il centro soffrono spesso di disturbi di apprendimento. Purtroppo, per le famiglie extracomunitarie, spesso i problemi principali sono il lavoro e il trovare cibo per la famiglia, quindi l’educazione scolastica dei figli rischia di passare in secondo piano.

L’attività di volontariato richiede costanza, impegno e tempo da dedicare, ma nel dialogo con i volontari si coglie l’entusiasmo e la gioia di spendersi per gli altri e non il sacrificio e le rinunce che questo impegno richiede. Ci auguriamo che l’esercito di volontari Caritas possa crescere sempre di più. Più sono i volontari, maggiori saranno le attenzioni che si possono dedicare alle singole persone e famiglie.

 

Cogliamo qui l’occasione per ringraziare tutti coloro che, silenziosamente, sono impegnati in azioni di volontariato.

“…Ogni volta che avrai dato da mangiare a un affamato, vestito un ignudo, visitato un malato… l’avrai fatto a Me… Gesù ci è stato da esempio e ora tu, con il tuo servizio, lo sei per tutti coloro che ti circondano e che, grazie a te, riescono a trovare ascolto,conforto, ristoro, speranza e pace.

Servire i poveri non è semplice, richiede impegno, perseveranza, tenacia, pazienza, senso di giustizia, mettersi in discussione continuamente, sentirsi inadeguati, saper dire dei no, accettare le sconfitte, fare squadra con chi ci è accanto… E tu, ogni giorno, metti in atto queste qualità con tanto impegno. Qualsiasi compito tu svolgi, che sia smistare i vestiti, donare del cibo, compilare dei moduli, inserire dei dati, consolare chi piange… ogni azione è preziosa per far sì che chi si rivolga alla Caritas trovi una risposta il più possibile adeguata.

Anche tutte le azioni che metti in atto per sensibilizzare la comunità parrocchiale e le persone a te care, per trasmettere i valori quali accoglienza e solidarietà sono fondamentali e di forte testimonianza.

Per tutto questo vogliamo dirti: grazie”.

 

InformaCaritas

(nelle foto, le volontarie della Caritas parrocchiale di San Pio V a Cattolica, a sinistra, e il Centro Anziani di San Raffele, a Rimini, a destra)