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Riccione Rimini

Dopo la scuola appuntamento in Caritas!

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 27 nov 2015 10:59 ~ ultimo agg. 30 nov 08:06
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Educazione, una prerogativa imprescindibile per la Caritas. Comincia con questo articolo l’appuntamento con i centri di doposcuola parrocchiali attivi nel territorio della diocesi di Rimini. Testimonianze tangibili di opere di carità per aiutare e sostenere gli studenti, soprattutto con maggiori difficoltà, dalle elementari fino allesuperiori, senza mai andare in vacanza.

Regina Pacis. Alla parrocchia di Regina Pacis il doposcuola conta una trentina di iscritti di ogni nazionalità: Perù, Bangladesh, Senegal, Tunisia, Marocco, Moldavia, Albania, Macedonia, Ucraina e anche tre italiani. Curioso il fatto che non ci siano cinesi. Alla Regina Pacis l’aiuto ai compiti non va mai in vacanza ed è distribuito su tre giorni alla settimana: lunedì, martedì e giovedì, dalle 15 alle 17, con una meritata pausa merenda.

Le lezioni vengono impartite da volontari, giovani e ”senior”: alcuni sono ex insegnanti, altri studenti, altri ancora disoccupati che dedicano loro tempo per aiutare i più piccoli.

“Alcuni preferiscono stare in gruppo, altri da soli con gli insegnanti – racconta la responsabile Maria Teresa Di Conza – chi è interessato può venire in qualsiasi momento, l’importante è l’iscrizione con i genitori, ai quali consegniamo un foglio con gli orari. Una nostra scelta, di comune accordo con le famiglie, è quella di dare ai bimbi la possibilità di andare a casa autonomamente”.

 

Tutto è nato sei anni fa, “grazie a una maestra che durante una festa ha lanciato la proposta di aiutare gli stranieri a imparare la lingua e integrarsi”. Le attività sono incentrate sulla lingua italiana: dettati, gli accenti, le doppie, la lettura e la cura dell’ortografia ma anche su tutte le altre materie. “Noi sequestriamo i telefoni per non permettere ai bambini di andare a cercare le soluzioni. Oltre al sostegno per il doposcuola, a volte organizziamo giochi da tavolo e una tantum anche feste di gruppo con balli e musica”. Chi è l’utente-tipo? “Qualche italiano con problemi in famiglia oppure genitori stranieri: alcuni di questi quando si sono presentati non riuscivano nemmeno a firmare”.

 

Chiesa di San Vito. “Pochi ma buoni” dice l’adagio latino. E infatti, alla parrocchia di San Vito l’ex direttrice del Centro di formazione e insegnante Irfa Michela Roncelli si occupa della preparazione di quattro ragazzi, due di questi cingalesi. L’aiuto ai compiti dura per tutto l’anno scolastico, ma anche in estate quando si tratta di recuperare debiti. “Un italiano, adottato da piccolo, attualmente fa la terza superiore e all’inizio nessuno si è accorto che era dislessico. Ovviamente i ragazzi dello Sri Lanka sono venuti qua per i problemi con la lingua, io faccio anche delle lezioni private a due extracomunitarie, ovviamente in forma gratuita, non accetto neanche un caffè”.

Proprio così, per Michela l’insegnamento è pieno dono, una ragione di vita nonché vita stessa. “È utile per tenere vivo il cervello, altrimenti il fuoco si spegne, ovviamente lo faccio anche per stare bene e aiutare gli altri”.

 

San Lorenzo in Strada. Nella parrocchia riccionese la fascia d’età dei tre ragazzi seguiti va dai 10 ai 12 anni. Si tratta di un ecuadoregno e due italiani. Le materie insegnate sono in prevalenza italiano e matematica, ma l’aiuto è esteso a tutte quelle di cui i ragazzi hanno bisogno. “Con le famiglie – racconta il responsabile Roberto Mengucci – abbiamo un rapporto più ampio attraverso il centro di ascolto e la distribuzione dei pacchi viveri. Accade per esempio che ci chiedano aiuto per una materia, come può essere la matematica. A quel punto noi ci occupiamo di trovare un volontario capace e disponibile (a disposizione un ex professore e una giornalista ndr) che si mette d’accordo per un periodo che va dai tre ai quattro mesi, andando direttamente a casa degli interessati, due o tre volte a settimana. Il rapporto non è solo quello tra chi deve insegnare e apprendere, ma anche di amicizia e confidenza”.

 

Luca Filippi

 

InformaCaritas