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Provincia Rimini Social

I 5 anni di Mario Galasso

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 15 ott 2014 17:40
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Rilanciamo la nota dell’Assessore provinciale alle politiche Sociali Mario Galasso, alla fine del suo mandato.

 

“Cinque anni. Raccontare cinque anni in poche righe non è facile.

Emozionanti, appassionanti, entusiasmanti, coinvolgenti. Ugualmente: incredibili, insoliti, difficoltosi, faticosi.

Una cosa è certa: non ci siamo annoiati.

Il mandato, iniziato con l’ingresso dei sette Comuni dell’Alta Valmarecchia – circostanza mai avvenuto prima in Italia –, si conclude con la chiusura mascherata delle Province che mantengono tutte le funzioni senza più risorse economiche.

Idee, progetti, aspirazioni hanno dovuto fare i conti con l’incertezza di questi mesi.

Stiamo assistendo attoniti allo smantellamento dell’Ente senza nessuna attenzione alle persone che vi lavorano, tanto meno alle tante cose belle che negli anni si sono realizzate.

L’importante è apparire, dimostrare, dichiarare. Poco importa se la realtà è diversa.

Eppure.

Eppure in questi anni ho condiviso la mia attività con donne e uomini, professionisti, seri e coinvolti. Veri e propri compagni e compagne di strada pronti a mettersi al servizio delle idee di quel pazzo assessore che con il suo sorriso ha cercato di alleggerire le giornate più faticose.

Servizio civile, tutela dei minori, antidiscriminazione, immigrazione, emergenza Nord Africa, programma lingua italiana, Comunità Educante Inclusiva, … Pace.

Protezione Civile: Abruzzo, frane, nevone, Cinque Terre, Modena, allagamenti, …

Sempre un comune denominatore, l’attenzione alle comunità locali, alle persone.

Un percorso che concludo da volontario. Sì, da volontario. Qualcuno –  senza nessuna velleità di voler dare il minimo esempio – ha deciso che, se si voleva portare a termine un impegno preso con il proprio territorio, lo si doveva fare da volontari.

Orgoglioso di essere volontario. Orgoglioso di portare fino in fondo l’incarico affidatomi.

Orgoglioso del personale con cui ho collaborato. Vorrei trasmettere loro fiducia e speranza. Quella fiducia e quella speranza che hanno segnato il lavoro quotidiano di questi anni e così difficile da scorgere nelle scorciatoie odierne.

Cinque anni che hanno stravolto la società così come non era mai avvenuto.

I valori fondanti le nostre comunità si sono sfumati come nebbia del mattino.

Una crisi profonda, intima, attanaglia la vita di troppe persone e imprese. Da troppo tempo.

La politica segue le stesse sorti: i partiti sono diventati comitati elettorali al servizio di carriere personali. Alleanze nate per mantenere i privilegi acquisiti si sono rilevate abbracci mortali.

Strillare, distruggere il vecchio, promettere.

Comunicare alla pancia delle persone utilizzando facili luoghi comuni.

La parola d’ordine è emergere.

 

Eppure a Rimini, in Emilia Romagna, in Italia, c’è un popolo di persone invisibili, silenziose, operose che, quotidianamente, lavorano instancabili nel costruire un futuro possibile per tutti. Cercando di fare bene quello che fanno o, semplicemente, solo cambiando lo sguardo con cui osservano l’altro.

Si, proprio lo sguardo. La rivoluzione dello sguardo, delle piccole cose, semplici, essenziali. L’amicizia.

Ho incontrato parecchie di queste persone. In luoghi e tempi inaspettati.

Grazie.

Ritroviamoci ancora per camminare insieme.”