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Cronaca Riccione

Maxioperazione contro spaccio ecstasy: il traffico toccava discoteca della Perla

In foto: Aveva filiali anche in Riviera un grosso traffico di droga sgominato oggi con una maxioperazione partita da Ferrara. A gestire lo spaccio, destinato in particolare alle discoteche, un'organizzazione salernitana.
Aveva filiali anche in Riviera un grosso traffico di droga sgominato oggi con una maxioperazione partita da Ferrara.
A gestire lo spaccio, destinato in particolare alle discoteche, un'organizzazione salernitana.
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lun 31 gen 2005 12:04 ~ ultimo agg. 00:00
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Un’indagine ad ampio raggio, da Verona a Salerno, che ha sgominato un grosso traffico di droga, partita da Ferrara per poi toccare diverse province del centro nord Italia e anche la Riviera.
L’operazione Roxy, questo il nome dato dagli inquirenti, è scattata questa mattina e ha visto anche la collaborazione della squadra mobile di Rimini. 16 in totale le ordinanze di custodia cautelare, 42 gli indagati, 22 le perquisizioni e ancora più impressionanti i numeri dello stupefacente sequestrato: 120mila pasticche di ecstasy, cui se ne aggiungono altre 100.000 che secondo gli inquirenti farebbero capo allo stesso traffico, e 447 grammi di cocaina.
Le indagini, durate oltre un anno e con una mole enorme di intercettazioni telefoniche, hanno permesso di ricostruire l’organigramma del gruppo che aveva al suo vertice i fratelli Luca e Pierpaolo Avallone di Salerno. La base operativa era una villa affittata dagli Avallone a Pianoro, nel bolognese, dove sono stati trovati 30 chili di pasticche.
La droga, proveniente in buona parte dalla Spagna, veniva poi ceduta ai piccoli spacciatori, che provvedevano a pagamenti on line. La centrale riforniva poi in discoteche di mezza Italia: in alcune, compresa una discoteca riccionese, gli Avallone gestivano traffici sistematici.
Gli arrestati provengono dalla Campania o da altre regioni del sud, ma la maggior parte di loro risulta domiciliata in Emilia. Uno dei ricercati si trova ancora in Spagna. A rendere difficili le indagini, il fatto che le telefonate fossero fatte in stretto dialetto campano e che della droga si parlava sempre con nomi in codice.