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Valle del Marecchia, terra di immigrazione. Presentati dati demografici

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mer 23 Lug 2008 14:16 ~ ultimo agg. 12 Mag 14:02
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Sono stati presentati in Provincia i risultati dello studio condotto sul territorio dall’Ufficio Associato di Statistica.
Dati che supporteranno le scelte di amministratori e aziende. Concordi ad attribuire questa importante funzione al volume presentato oggi dall’Osservatorio Provinciale di Statistica, sia la Provincia che la Comunità Montana Valmarecchia. Al 1° gennaio 2007 la popolazione residente sul territorio marecchiese ha raggiunto le 34.571 unità, con un aumento di circa l’ 1% rispetto al 2006. Santarcangelo è il comune con la più alta popolazione residente (59%). L’età media è di 40 anni, rispetto alla media provinciale di 43. La Valmarecchia è poi terra di immigrazione. Solo il 37,7% della popolazione residente è nato e risiede dalla nascita nel territorio. Flussi di immigrazione si originano dal riminese, dal cesenate-forlivese e dall’estero: 1.771 gli stranieri, con un aumento dell’11,53%. Le nazionalità prevalenti sono quella albanese (15,98%) seguita da marocchina (10,85%), e cinese (7,29%).
“In merito all’incrocio dei dati – ha commentato Arcangeli, assessore alla Comunità Montana Valle del Marecchia – noi abbiamo osservato con molta attenzione l’andamento demografico della popolazione dei nostri quattro Comuni e quindi dell’intera vallata. Nel corso di questi ultimi anni la crescita della popolazione che si è registrata nella Valle del Marecchia ha comportato un forte processo migratorio. Tant’è che la popolazione che nasce e che vive nella valle del Marecchia rappresenta poco più di un terzo della popolazione complessiva. Questo dato cambia la natura stessa della popolazione dell’intera vallata. Nel senso che sono intervenute per due terzi popolazioni da altre aree con culture diverse, con stili di vita diversi, con bisogni, con necessità profondamente diverse, per i quali occorre una particolare attenzione nel governo del territorio per essere in grado di rispondere, non tanto e non solo alla popolazione tradizionale, ma alla ricchezza di problematiche che viene presentata da una popolazione molto diversificata”.

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