Trascinata in casa e violentata, ristoratore scagionato dalle telecamere
Nessuna violenza sessuale e nessun sequestro di persona. Il tribunale Collegiale di Rimini, presieduto dal giudice Fiorella Casadei, ha assolto un ristoratore pakistano di 58 anni, titolare di un kebab in centro a Rimini, “perché il fatto non sussiste”. La presunta vittima, una ragazza russa di 29 anni in vacanza a Rimini, rimasta irreperibile durante tutto il processo, lo aveva accusato di averla presa con la forza e trascinata nell’appartamento che lui divideva con due coinquilini (estranei ai fatti): “Mi ha violentata per 12 ore, è stato un incubo”, aveva dichiarato in sede di denuncia ai carabinieri.
I fatti avvennero il 24 novembre 2017. La ragazza moscovita, all’epoca 24enne, aveva conosciuto il pakistano dietro al banco del kebab verso ora di pranzo. I due iniziarono a chiacchierare e scherzare, poi la proposta dell’uomo di salire nel suo appartamento, a due passi dal ristorante, per continuare la conoscenza. Una volta salita in casa, dopo un breve corteggiamento, la giovane si ritrovò subito addosso le mani del pakistano, che dopo averle sfilato con forza i pantaloni le strappò gli slip. Quindi le afferrò le mani e, a suon di ceffoni perché lei opponeva resistenza, la costrinse a toccarlo nelle parti intime. Azione che, stando alla denuncia, sarebbe stata ripetuta più volte nelle ore del rapimento. A conferma del racconto della turista russa, il referto rilasciato dal pronto soccorso dell’Infermi. Nel certificato, chiuso da una prognosi di 7 giorni, i medici scrissero di “lievi contusioni agli arti superiori e alle mani cagionate da violenza fisica e tentata violenza sessuale”.
Il ristoratore, che ha sempre puntualizzato di aver invitato la giovane a salire da lui, non ha mai negato di aver avuto con lei un rapporto sessuale, addirittura completo (come confermerebbero i tamponi vaginali analizzati dai Ris), ma “assolutamente consenziente”. Circostanza, quest’ultima, confermata anche dai due coinquilini dell’uomo. Ai giudici, infatti, hanno riferito dal banco dei testimoni di essere entrati e usciti dall’appartamento dove i due si erano sistemati nella stanza del 58enne: “Non siamo entrati in camera, ma li abbiamo sentiti ridere e scherzare. Parlavano normalmente, nessuna richiesta di aiuto o urla”. Decisivi per l’assoluzione del titolare del kebab, però, si sono rivelati i filmati delle telecamere del “Bar Otto e Mezzo” in piazzale Cesare Battisti, acquisiti e riprodotti dalla difesa, che mostravano la turista e il pakistano mano nella mano, in atteggiamenti intimi, proprio la sera in cui lei sarebbe riuscita a scappare dall’appartamento dopo 12 ore di violenze.
Nonostante il pubblico ministero Paola Bonetti sia rimasta ferma sul convincimento della colpevolezza del ristoratore pakistano, per il quale aveva chiesto una condanna a 6 anni, il Collegio lo ha ritenuto innocente. Un sospiro di sollievo per il 58enne, difeso dagli avvocato Massimiliano Orrù e Simona Conti, che ha alle spalle una condanna in primo grado a 3 anni e 4 mesi sempre per violenza sessuale nei confronti di una 24enne studentessa riminese. Fatti commessi nell’ottobre del 2018 e compiuti nello stesso appartamento, con la stessa tecnica. La sentenza di primo grado è stata appellata dalla difesa, che attende ancora la fissazione del secondo grado di giudizio.












