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moglie uccisa per gelosia

Perizia psichiatrica per l’assassino di Angela. In udienza niente scuse alla figlia

In foto: Gli agenti davanti all’abitazione dei coniugi
Gli agenti davanti all’abitazione dei coniugi
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mar 12 Lug 2022 19:42 ~ ultimo agg. 29 Mag 19:14
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E’ comparso davanti al giudice del tribunale di Rimini Raffaella Ceccarelli ben vestito e presente a se stesso. Guardato a vista dagli agenti della Penitenziaria, ha assistito all’udienza in silenzio. Di fianco a lui il suo difensore, l’avvocato Viviana Pellegrini, al quale ha rivolto alcune domande per comprendere meglio quanto stesse accadendo. Raffaele Fogliamanzillo, 62 anni, è accusato di aver ucciso nell’appartamento di via Portagallo la moglie, Angela Avitabile, 59 anni, con 12 fendenti, quasi tutti diretti al collo o al torace della donna. Due, però, quelli letali, come ha stabilito la consulenza medico legale svolta dall’anatomopatologo Filippo Pirani di Ancona, su incarico del pm Luca Bertuzzi. L’assassino reo confesso, in cura da anni al Centro salute mentale per una sindrome ansioso depressiva in soggetto bipolare, era fermamente convinto che la moglie lo tradisse. Una circostanza, questa, sempre negata sia dalla vittima sia dai famigliari.

Martedì mattina, in aula, il giudice ha dato incarico allo psichiatra Renato Ariatti di sottoporre il 62enne a perizia. Lo specialista dovrà stabilire se Fogliamanzillo la sera del delitto fosse in grado di intendere e volere. E, se lo era, in quale misura. Dovrà anche accertare le sue condizioni attuali e se sussistano eventuali elementi di pericolosità sociale. Presente all’udienza anche la figlia della coppia, che ha deciso di costituirsi parte civile attraverso l’avvocato Aidi Pini. Fogliamanzillo, prima di fare ritorno in carcere, ha avvicinato la figlia per parlarle. I due hanno avuto un breve confronto. La donna, che si aspettava dal genitore almeno delle scuse per l’atrocità commessa, è rimasta delusa. L’uomo, infatti, fermo sulle sue posizioni, continua a giustificare l’efferato delitto con un tradimento che in realtà è avvenuto solo nella sua mente. Nessun pentimento, almeno apparente, per un femminicidio tanto assurdo quanto brutale.

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