Otto anni di Appello Umano. Torna la preghiera in piazza Tre Martiri

Oggi, 20 luglio segna l’ottavo anniversario dell’iniziativa Appello all’umano, la preghiera e la testimonianza in piazza a favore dei cristiani perseguitati nel mondo. Senza soluzione di continuità infatti ogni 20 del mese il gruppo si riunisce in piazza Tre Martiri a Rimini per recitare il rosario e ascoltare testimoni che soffrono a causa della loro fede. L’occasione è così anche quella per i promotori di comitato Nazarath di ringraziare le migliaia di persone che negli anni hanno partecipato e che, capitati per caso a Rimini da turisti, hanno riproposto nelle loro città iniziative analoghe. In Italia soprattutto ma anche all’estero. Questa sera saranno in comunione di preghiera con Rimiini alcune piazze di Cesena, Prato, Siena, Busca, Cremona, Udine, Loreto, Cattolica, Perugia, Andora, Lugano. Anche a Milano si è costituto un gruppo spontaneo di preghiera ma l’appuntamento di oggi è stato rinviato a causa del caldo intenso previsto in città.

“In questi ultimi mesi – spiega il comitato – nelle nostre intenzioni di preghiera, dove ricordiamo sempre il Medio Oriente, abbiamo inserito la fine della guerra tra Russia e Ucraina. Non abbiamo tuttavia dimenticato la gravissima situazione dei cristiani nella Nigeria, dove continua il massacro di fedeli e sacerdoti nelle chiese durante la celebrazione della messa. E anche la difficile testimonianza dei cristiani in Cina. Per il manifesto di convocazione ci siamo rifatti ancora una volta alle parole di san Giovanni Paolo II che il 15 agosto 1993 alla giornata mondiale della gioventù di Denver disse: “Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo. Il Vangelo non deve essere tenuto nascosto per paura o indifferenza”.

Alle 21 in piazza Tre Martiri a Rimini sarà recitato il rosario. Come sempre, al termine dell’appuntamento verranno raccolti fondi da destinare ai fratelli cristiani in difficoltà a causa delle violenze e delle guerre.