Ospedale Novafeltria. I dubbi del comitato: resterà solo l’ambulanza del 118

Le rassicurazioni arrivate dall’assessore regionale Donini e dal direttore generale dell’Ausl Romagna Carradori non convincono il comitato “Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria”. Nell’incontro di mercoledì, i vertici della sanità regionale avevano confermato la deroga per consentire il mantenimento del Punto di Primo Intervento del Sacra Famiglia (a prescindere dal numero di accessi) e, in aggiunta, l’attivazione del CAU (Centro di Assistenza e Urgenza) per le criticità più lievi dal 29 gennaio. In una nota però il Comitato, riportando anche il documento con cui il direttore generale chiedeva alla regione la deroga per mantenere il PPI a Novafeltria, spiega che di fatto il mantenimento del Punto di Primo Intervento si esplicita nella presenza in loco dell’ambulanza del 118. “I PPI – si legge nella missiva di Carradori alla Regione – sono garantiti dal personale medico operante presso i mezzi di soccorso avanzato che rispondono alle chiamate territoriali con una frequenza inferiore a 1/24 h, personale che, diversamente da quanto avvenuto presso altri punti caratterizzati da un numero di chiamate significativamente superiori, ha volontariamente aderito al cosiddetto “doppio mandato” ovvero presta servizio sia sul mezzo di soccorso avanzato, sia presso il punto di primo intervento“. Il comitato evidenzia come la deroga riguardi quindi la sola presenza dell’ambulanza e non il PPI ospedaliero, aspetto che non era stato esplicitato nell’incontro con la cittadinanza dei giorni scorsi. La richiesta era invece ben diversa: riconoscere il Sacra Famiglia come ospedale in area particolarmente disagiata e quindi dotarlo di un Pronto Soccorso. Il comitato contesta anche il parallelo con realtà come Santa Sofia o San Piero in Bagno “che distano 15 minuti dal centro hub di pronto soccorso di Cesena” a differenza di Novafeltria .