Nuovo Piano Aria: stop definitivo a diesel Euro 5 e combustioni all’aperto
Via libera dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna al Piano Aria (Pair) 2030. L’obiettivo è quello di raggiungere nel più breve tempo possibile, e mantenere, i livelli di qualità dell’aria stabiliti dalle norme europee e nazionali in modo da ridurre gli effetti nocivi dell’inquinamento per la salute umana e l’ambiente. Per farlo la Regione potrà contare su risorse per 154,6 milioni di euro, quasi 64 milioni nel primo triennio. Misure che comporteranno una riduzione di 640 milioni di euro di costi per la cura di patologie connesse proprio all’inquinamento. “Un Piano pensato e costruito non nell’ottica delle restrizioni ma delle opportunità. E che, per la prima volta, parte con una dotazione di risorse volte al miglioramento della qualità dell’aria, a cui concorreranno anche finanziamenti e misure delle programmazioni e pianificazioni settoriali– ha commentato in Aula la vicepresidente con delega all’Ambiente, Irene Priolo–. Un Piano che è frutto di un percorso durato circa un anno e mezzo, ricco di spunti e approfondimenti con il coinvolgimento, sin dall’inizio, dei firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, oltre che della Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità e di tutta l’Assemblea legislativa”. Tra le novità, diventano strutturali lo stop ai diesel euro 5 (che finora entrava in vigore come misura emergenziale) e il divieto di qualsiasi tipologia di combustione all’aperto a scopo di intrattenimento (es. fuochi d’artificio e falò rituali, eccetto barbecue) dal 1° ottobre al 31 marzo (concessi solo due eventi nel periodo, promossi o autorizzati dall’ente comunale, nell’ambito di festeggiamenti tradizionali). Aumentano i comuni coinvolti, dagli attuali 33 a 207. Per chi non potrà permettersi l’acquisto di veicoli meno inquinanti c’è il Move In, un servizio che dà una soglia di chilometri massima da percorrere in un anno e che viene monitorato da una scatola nera posizionata sull’auto. Per ridurre i flussi di traffico, la Regione punterà invece sulla promozione della mobilità ciclo-pedonale, sul potenziamento del trasporto pubblico (col rinnovo di automezzi) e sull’istituzione di nuove Ztl e zone 30. Ci saranno poi incentivi per ancora incentivi per la sostituzione delle vecchie stufe e per l’acquisto di bici elettriche e cargo bike. Il Piano prevede inoltre che i Comuni con più 25 sforamenti intervengano con misure aggiuntive. Allo stesso tempo, la Regione interverrà nella zona in cui si è verificato il superamento con misure di limitazione della velocità nei tratti in prossimità dei centri abitati di autostrade e di strade extraurbane principali. Le nuove misure scatteranno dall’ottobre 2025.
I dettagli
Una grossa novità riguarda i comuni coinvolti: nel Piano precedente erano 33, fra cui tutti i capoluoghi di provincia, nel nuovo Piano sono 207 (Bologna e agglomerato, Pianura Ovest e Pianura Est). Confermata quindi l’estensione dell’ambito di intervento introdotta con le misure straordinarie del 2021.
Sono state individuate più di 60 azioni (64, per l’esattezza) ripartite fra 8 ambiti d’intervento prioritari, di cui 5 tematici (ambito urbano e zone di pianura, trasporti, energia e biomasse, attività produttive, agricoltura) e 3 trasversali (comunicazione, informazione e formazione, strumenti di gestione della qualità dell’aria e acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni).
Nelle città si lavorerà per ridurre i flussi di traffico, promuovendo la mobilità ciclo-pedonale e sostenibile e l’intermodalità, anche attraverso l’aumento dei percorsi bicibus e pedibus, l’estensione di ZTL e delle aree pedonali, l’istituzione di “zone 30” e la forestazione urbana e periurbana, oltreché con nuovi bandi “Bike to work” per la promozione della mobilità ciclabile e incentivi all’acquisto di biciclette, cargo-bike e motocicli elettrici.
A partire dal 1^ ottobre 2025, come già previsto nel precedente Piano dell’aria, nei comuni di pianura con popolazione superiore a 30mila abitanti, dell’agglomerato di Bologna e in quelli che aderiscono volontariamente, entreranno in vigore le limitazioni ai diesel euro 5. In tutti gli altri, sono entrate in vigore già dal 1^ ottobre 2023 le limitazioni relative ai veicoli diesel euro 4. Il Pair 2030 prevede, inoltre, la possibilità di utilizzare il servizio Move-in, una misura al contempo ecologica e di equità sociale per chi non può permettersi di cambiare il veicolo soggetto alle limitazioni.
Verrà ulteriormente potenziato il trasporto pubblico sia su gomma che su ferro, rinnovato il parco autobus con priorità ai mezzi a zero emissioni da combustione, confermata l’integrazione tariffaria per gli abbonamenti “Salta su” e “Mi muovo”, ma anche gli incentivi per lo spostamento del trasporto merci su ferro.
Per quanto riguarda l’ambito energetico, il nuovo Piano prevede ancora incentivi per la sostituzione delle vecchie stufe con impianti di ultima generazione e sistemi alternativi ad alta efficienza. Confermato, per tutta la durata della stagione “termica” (da metà ottobre a metà aprile) e nelle zone di pianura, il limite delle temperature fino a un massimo di 19°C in casa, ufficio, luoghi di ricreazione, associazioni, luoghi di culto (sono esclusi ospedali e case di cura). Saranno 17 invece i gradi consentiti nel commercio e nell’industria.
Il Piano regolamenta anche l’installazione e l’utilizzo degli impianti a biomassa per il riscaldamento domestico nelle zone di pianura, prevedendo limitazioni progressive in funzione della classificazione emissiva degli impianti.
Per il mondo produttivo sono previste misure per le aziende soggette ad Aia, ovvero l’Autorizzazione integrata ambientale, regolamentazione dei combustibili solidi secondari (Css) per impianti Aia, applicazione delle migliori tecniche disponibili per la ridurre le emissioni. L’obiettivo è quello della riqualificazione progressiva delle tecniche adottate nelle aziende e di una riduzione delle emissioni, promuovendo anche accordi d’area o territoriali.
Infine, per l’agricoltura e la zootecnia, sono previsti bandi di finanziamento per la copertura delle vasche, l’efficienza degli stoccaggi e le tecniche di spandimento per liquami e fertilizzanti e per l’acquisto di macchine e le attrezzature che consentano migliori performance ambientali. Ma anche, nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato, l’obbligo di interramento dei rifiuti zootecnici entro le 12 ore dallo spandimento (dal 1^ ottobre al 31 marzo), oltre a quello di copertura di vasche e lagoni di stoccaggio a partire dal 1^ gennaio del 2030. A partire dal 1^ gennaio 2026, nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato, ci sarà l’obbligo di incorporare nel terreno i fertilizzanti a base di urea nel più breve tempo possibile e, comunque, entro le 24 ore successive allo spandimento. Nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato si conferma inoltre il divieto di abbruciamento dei residui vegetali dal 1° ottobre al 31 marzo, salvo deroghe per emergenze fitosanitarie e per altre casistiche particolari.
Sono confermate le misure emergenziali per le zone di pianura, fra cui quelle per gli impianti a biomassa e per gli spandimenti dei reflui zootecnici, già introdotte nel 2021: si attivano sulla base di un meccanismo previsionale volto a evitare il più possibile il verificarsi dei superamenti del valore limite giornaliero di PM₁₀.
Una misura che da “emergenziale” nel vecchio Pair passa a “strutturale” nelle zone di pianura è il divieto di qualsiasi tipologia di combustione all’aperto a scopo intrattenimento (es. fuochi d’artificio e falò rituali, eccetto barbecue) dal 1^ ottobre al 31 marzo: sono concessi solo due eventi nel periodo, promossi o autorizzati dall’ente comunale, nell’ambito di festeggiamenti tradizionali.
Il Piano prevede inoltre che i Comuni, nel momento in cui vengano raggiunti, in una delle stazioni di monitoraggio collocate sul proprio territorio, i 25 superamenti del valore limite giornaliero di PM₁₀, intervengano con misure aggiuntive a livello locale sulle principali sorgenti emissive. Allo stesso tempo, la Regione interverrà nella zona in cui si è verificato il superamento con misure di limitazione della velocità nei tratti in prossimità dei centri abitati di autostrade e di strade extraurbane principali.
A queste azioni se ne affiancano altre per la sostenibilità ambientale degli enti pubblici e per la comunicazione, l’educazione e la formazione.
Alcuni commenti
“Questo è un Piano aria di qualità: per la prima volta porta con sé delle risorse per sostenere le politiche e gli incentivi previsti per garantire la salute delle persone”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) per il quale “abbiamo previsto anche interventi a sostegno del settore agricolo oltre che per garantire la transizione ecologica per cittadini e imprese”, mentre Ottavia Soncini (Pd) loda “un Piano fortemente intrecciato non solo all’ambiente, ma anche alla salute oltre che all’armonia sociale. E’ vero che il cambiamento penalizza alcuni settori, a noi spetta il compito di sostenerli e accompagnarli nell’inevitabile innovazione tecnologica che, sono convinta, potrà anche portare a nuove figure professionali”. Per Soncini il Pair2030 è “documento complesso e strategico perché si pone al centro di molteplici politiche, economiche, sociali, ambientali e sanitarie, a testimonianza di una nuova visione che deve permeare la nostra vita, se vogliamo consegnare un mondo migliore ai nostri figli e nipoti”.
“Si tratta di un Piano aria ideologico che colpisce i cittadini: noi crediamo fermamente che questo Piano aria sia peggiorativo della vita delle persone, prendo atto che il Presidente Bonaccini è sotto scacco da parte della maggioranza del suo partito che fa capo a Elly Schlein e alla componente Verde della sua maggioranza. Noi votiamo no perché non ci rassegniamo a fare i passacarte”, spiega Matteo Rancan (Lega).
“Votiamo convintamente questo Piano aria perché è un Piano solido, che guarda al futuro per lasciare ai cittadini un mondo migliore. Mettiamo al centro della nostra agenda politica la necessità di fare scelte chiare”, afferma Marcella Zappaterra (Pd) per la quale “non sanzioniamo nessuno, ma prevediamo incentivi per migliorare le vita delle persone e la qualità dell’ambiente”.
“La Regione deve estendere a più soggetti e a un maggior numero di comuni i benefici del bando per incentivare la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti con impianti innovativi a basse emissioni per aiutare chi è rimasto esclusi dall’ultimo bando bando in materia e per questo bisogna cambiare i parametri del bando, noi facciamo proposto per i cittadini e non mettiamo bandierine”, spiega Giancarlo Tagliaferri (Fdi).
A sostegno dell’agricoltura, invece, gli interventi di Rete civica che con Marco Mastacchi e Simone Pelloni sottolinea come si debbano trovare soluzioni che vadano oltre i soli divieti in materia di ramaglie, camini e smaltimento di scarti vegetali. “Bisogna dare alternative in materia di macinatura di steppe e ramaglie perché ora si raccoglie e poi si aspetta quando si può bruciare, mentre se si potessero macinare le ramaglie già in mezzo ai filari nei campi molti problemi sarebbero risolti”, spiega Pelloni.
“Il tema della qualità dell’aria nella nostra Regione rimane dunque centrale ed è strettamente connesso a quello della salute dei cittadini. Dando il via libera in Assemblea legislativa al Piano dell’Aria 2030, quindi, come Regione si è deciso di investire 154 milioni che, in base ai dati e allo studio in merito ai benefici prodotti dal Piano attualmente in vigore, comporteranno una riduzione di 640 milioni di euro di costi per la cura di patologie connesse all’inquinamento”. Lo riporta la consigliera regionale Pd Nadia Rossi, Vicepresidente della Commissione regionale Ambiente e Mobilità. “Per approcciarci al Piano 2030, che prevede il raggiungimento graduale, in sei anni di una forte riduzione degli agenti inquinanti pari al -13% del Pm10, – 29% ammoniaca, – 13% di zolfo, calo di polveri sottili e altre fonti di inquinamento, ribaltiamo la logica del divieto in favore di quella dell’incentivo. Una giusta innovazione di approccio per la sostenibilità economica – commenta la consigliera dem – visto che il diritto all’iniziativa economica non può e non deve essere in contrasto con il diritto all’ambiente e il diritto alla salute: ne va del futuro di tutti, delle nuove generazioni e della nostra terra”. “Questo Piano – conclude Rossi – è trasversale e si snoda dall’ambiente alla salute alla sostenibilità sociale e la sua attuazione non può più essere rimandata”.












