Niente cassa integrazione per lavoratori Fontanot. Il 31 presidio davanti a sede
Niente cassa integrazione per i lavoratori della Fontanot S.p.A.. La denuncia arriva da parte dei sindacati, FILLEA CGIL Rimini, FILCA CISL Romagna e FENEAL-UIL, che annunciano il prosieguo dello stato di agitazione. La nota azienda, specializzata nella produzione di scale, occupava 111 lavoratori negli stabilimenti di Cerasolo e Villa Verucchio. Quelli attualmente in forze sono 37. Le parti sociali lo scorso 29 dicembre avevano chiesto al Curatore della liquidazione giudiziale, Dott. Alessandro Bonfè, di avviare celermente le procedure per la Cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione attività. Una richiesta, evidenziano i sindacati, in linea con quanto previsto, in caso di crisi aziendale, dai patti per il Lavoro ed il Clima della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Rimini. Il Giudice delegato, su istanza del Curatore, non ha però autorizzato il subentro della procedura nei rapporti di lavoro, di fatto negando l’avvio della CIGS ed aprendo la strada ai licenziamenti. “La mancata autorizzazione ad avviare la CIGS – scrivono le parti sociali in una nota congiunta – si colloca perciò al di fuori del Patto per il Lavoro ed il Clima che sancisce, anche da parte delle associazioni d’impresa, l’esigenza di salvaguardare con ogni strumento il tessuto occupazionale territoriale“. Una decisione che “rischia di determinare un grave precedente per l’intero sistema economico territoriale“. FILLEA CGIL, FILCA CISL e FENEAL-UIL territoriali e regionali chiedono di riconsiderare la scelta, indicendo un’asta pubblica per la vendita del complesso con tutti i dipendenti, facendo appello alle imprese che avevano manifestato interesse a farsi avanti.
Intanto prosegue lo stato di agitazione sindacale dei dipendenti di Fontanot che ieri in assemblea hanno chiesto di proseguire il percorso di mobilitazione per scongiurare i licenziamenti. Il 31 gennaio ci sarà anche un presidio davanti alla sede di via Pasolini a Cerasolo. Le Organizzazioni Sindacali territoriali chiederanno inoltre un incontro al Giudice delegato.
Esprime forte preoccupazione la consigliera provinciale delegata alle Politiche per il lavoro Alice Parma. “Nell’ambito del Tavolo di crisi condividevamo l’idea che ci fosse la possibilità concreta di far partire subito gli ammortizzatori sociali – spiega -, e ancora crediamo che ci possano essere le condizioni per accompagnare le lavoratrici e i lavoratori con un percorso strutturato attraverso questi strumenti di sostegno. Ci associamo quindi all’appello delle organizzazioni sindacali che chiedono di riconsiderare la decisione, mentre al sistema imprenditoriale della provincia chiedo di condividere un ragionamento comune rispetto al futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dell’azienda.”












