Megaconcerti sotto accusa. Sbattella (105): serve riflessione a monte


Un mondo su cui serve una riflessione, come spiega dal 105 Stadium Marilena Sbattella, che di concerti ne segue e organizza da una vita. Ma senza fermarsi al clamore della tragedia o alla strumentalizzazione. Perché questo, non va dimenticato, è un settore che crea occupazione: 150 persone per un anno per ogni tour, più, a livello locale, un centinaio di persone a evento. Il problema è il “sovradimensionamento delle produzioni che determinate strutture non riescono a contenere”. E la produzione della Pausini, dice la Sbattella, è impressionante”.
“Bisogna fare analisi profonde su tutte le strutture e capire il loro potenziale”. Strutture molto diverse tra loro: al palas di Pesaro, per esempio, ci possono entrare anche i bilici. Valutazioni che deve fare chi gestisce le fila. Il palasport in questo caso è l’ultima ruota: il che non significa, però, che non possa fare la sua parte.
Innanzitutto, con l’affidabilità della struttura: il 105, inaugurato nel dicembre del 2002, “è un palazzo sicuro”, conferma la Sbattella. Ma bisogna anche occuparsi di chi ci lavora dentro, anche a Rimini cooperative o aziende di facchinaggio. “Qui prendiamo tutte le tutele per chi lavora con noi”.
La costruzione di un palco è un cantiere provvisorio, che richiede il parere favorevole della commissione vigilanza e la presentazione di documentazioni in regola da parte delle aziende. Ci sono ingegneri che seguono il montaggio. E da sei mesi, il 105 ha un proprio ingegnere che tiene sotto controllo l’esecuzione dei lavori.
Quanto ai sospetti di lavoro nero, “non è più aria. Dopo la morte dell’operaio a Trieste, ci sono controlli a raffica”. Un settore da ripensare, certo, ma senza ritenere che sia l’unico: “Sono morti operai nei cantieri dell’A14 . ricorda la Sbattella – e non se ne è parlato così tanto”.
(Newsrimini.it)
Nella foto, il palco crollato a Reggio Calabria.