Inceneritore Raibano. Giannini: modifica sarebbe solo questione economica
Il presidente della provincia Vitali, in rappresentanza dei comuni, ha inviato una lettera al ministro all’ambiente Orlando chiedendo un incontro urgente (vedi notizia). A fare sentire la sua voce anche il sindaco di Misano, Stefano Giannini, rappresentante dei Comuni riminesi nell’Atersir, che nei giorni scorsi ha manifestato, insieme al collega Pironi, il proprio disappunto ai vertici di HERAmbiente per non essere stato informato preventivamente della richiesta di modifica dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (informativa inviata solo alla provincia e al comune di Coriano che ospita l’impianto). Venerdì, in un incontro con amministratore delegato e direttore generale di HERA, Maurizio Chiarini e Roberto Barilli, Giannini ha ribadito il “no” dei comuni alla possibilità di importare rifiuti da fuori regione a Raibano, ipotesi esclusa dal piano dei rifiuti del 2007. La richiesta, spiega Giannini, non è giustificata da esigenze tecniche, perché i vertici di Hera hanno riconosciuto che il rifiuto solido urbano prodotto in provincia insieme a quelli speciali non pericolosi che già accedono all’impianto, sono sufficiente ad alimentare l’inceneritore anche in ipotesi di ulteriore crescita della raccolta differenzia. Quindi, conclude il primo cittadino di Misano, la richiesta avrebbe motivazioni solamente di carattere economico, insufficienti a superare gli indirizzi del Piano Rifiuti vigente.
“Sono sicuro che i vertici di HERAmbiente e HERA – spiega Giannini – terranno conto delle osservazioni che i Sindaci della Provincia e il Presidente della Provincia, Stefano Vitali, hanno posto e sospenderanno la richiesta di autorizzazione all’accesso a Raibano di rifiuti urbani provenienti da altre Regioni. Ciò sarebbe comunque opportuno anche alla luce di un quadro normativo incerto e in continua evoluzione.
Sotto quest’ultimo profilo, l’art. 20 del Collegato ambientale alla Legge di stabilità, all’esame in questi giorni del Parlamento, non promette nulla di buono, perché prevede l’individuazione di una “rete integrata degli impianti di incenerimento esistenti” e la valutazione delle loro ulteriori potenzialità; dalla relazione illustrativa di questa norma si evince che, siccome in Italia la raccolta differenziata è ancora bassa (in media poco più della metà di quella che facciamo a Rimini) e poiché la maggior parte del rifiuto va in discarica (a differenza di Rimini e con rischio di punizioni da parte della Comunità Europea) ,”è necessaria una rete integrata di impianti di incenerimento”, ma ciò può stare a significare che chi è virtuoso (come Rimini e buona parte del Centro e Nord Italia) dovrà farsi carico, pro quota, del rifiuto di chi non lo è stato. Per questo motivo, ho affiancato nei giorni scorsi altri colleghi sindaci della Regione, con i quali stiamo organizzando un’iniziativa formale presso il ministro Orlando, affinché non passi il principio tipicamente italico che chi è furbo la fa sempre franca”.












