Indietro
menu
Cronaca Nazionale Newsrimini

Gli italiani rapiti non coinvolti nella sparatoria in Sudan

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 29 Set 2008 12:10 ~ ultimo agg. 12 Mag 16:29
Tempo di lettura 2 min

Nessun blitz per liberare i rapiti, “solo” un conflitto a fuoco nato dall’aver violato un posto di blocco. Il ministro Franco Frattini rassicura sulla sorte dei 5 ostaggi italiani, sequestrati il 19 settembre durante un tour nel deserto, dopo la notizia che sei dei sequestratori sono morti in un conflitto a fuoco in Sudan, mentre due sono stati catturati. L’appartenenza del gruppo di intercettati ai sequestratori sarebbe stata confermata dai due arrestati.

“Le forze sudanesi seguivano le tracce dei sequestratori e li hanno trovati al confine con il Chad “, ha detto il portavoce presidenziale Mahjoub Fadl Badri, aggiungendo che tra gli uccisi c’è anche un comandante dei ribelli del Darfur. Il nome del comandante ucciso diramato dal Sudan sarebbe “Bakheet”, ma, da Londra, Mahgoub Hussein, un portavoce del Sudan Liberation Army (SLA), che si batte per il Darfur, ha detto che “il movimento o qualunque appartenente ad esso non è coinvolto nel rapimento, e infatti noi condanniamo l’azione”. Il portavoce dello Sla ha inoltre aggiunto che, conoscendo la zona e il comportamento di persone come i sequestratori, chiediamo a tutte le parti coinvolte di trattenersi ed entrare in dialogo diretto”.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, rassicurando che gli ostaggi non sono stati coinvolti nella sparaporia, “perché non c’erano”, ha aggiunto che “non possiamo dire dove sono i rapiti perché questo, innanzitutto, non lo sappiamo, e poi perché vogliamo arrivare a un’operazione senza blitz e con una liberazione di tutti gli ostaggi”. Sul dove si troverebbero l’agenzia di stampa egiziana Mena ha detto, poco dopo il conflitto a fuoco, che i 19 sequestrati si troverebbero a Tabbat Shajara, in Chad, vicino al confine. Un ufficiale sudanese, non nominato, secondo il sito dell’emittente Al Jazeera, ha detto che gli ostaggi “stano tutti bene” e li stanno muovendo di nuovo verso l’Egitto.

Sul fronte del riscatto, l’Afp riporta le dichiarazioni di un non nominato ufficiale della sicurezza egiziana, secondo il quale sequestratori e autorità tedesche hanno trovato un accordo ma la “negoziazione sta andando avanti sui dettagli”. I sequestratori hanno chiesto alla Germania un pagamento di oltre 8 milioni 800 mila dollari di riscatto, ha detto la settimana scorsa un altra fonte egiziana della sicurezza.

Altre notizie