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Rallenta la crescita dei casi

Fondazione Gimbe: quarta dose subito, non aspettare nuovi vaccini

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Gio 14 Lug 2022 14:35 ~ ultimo agg. 29 Mag 19:14
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Nella settimana tra il 6 e il 12 luglio in provincia di Rimini si sono registrati 1.410 nuovi casi covid ogni 100mila abitanti. Si tratta del dato più elevato in Emilia Romagna mentre in Italia ci sono 14 province che fanno peggio. E’ quanto emerge nell’ultimo resoconto nazionale della Fondazione Gimbe. In Emilia Romagna si è registrata una crescita di casi del 19,5% rispetto alla settimana precedente. I tassi di occupazione ospedaliera, a livello regionale, sono al 15,5% in area medica e al 5,2% in terapia intensiva. A livello nazionale, nell’ultimo mese in area critica i ricoveri sono raddoppiati passando da 183 il 12 giugno a 375 il 12 luglio; in area medica, invece, sono più che raddoppiati passando da 4.076 il 11 giugno a 9.724 il 12 luglio. Continua anche l’aumento delle reinfezioni che rappresentano quasi l’11% dei nuovi casi.
L’analisi statistica evidenzia però un rallentamento della crescita di nuovi casi che fa pensare che il picco sia vicino, anche se “la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali” spiega la Fondazione. “L’aumento dei nuovi casi settimanali (+22,4% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – registra il valore più basso da quando, a metà giugno, si è registrata l’inversione della curva”. Dalla Fondazione arrivano anche alcune precisazioni sui vaccini denunciando che “a causa delle aspettative sui vaccini “aggiornati” le persone sono state dissuase, anche dai medici, dall’effettuare la quarta dose subito”. E proprio sui “vaccini aggiornati” la Fondazione GIMBE ritiene opportuno ribadire tre punti fondamentali. Innanzitutto, quelli in via di approvazione sono “tarati” su Omicron BA.1, ovvero non sappiamo quanto proteggano dalle ultime varianti BA.4 e BA.5; in secondo luogo, le prove di efficacia ad oggi disponibili sono relative alla risposta anticorpale e non alla riduzione del rischio di infezione e, soprattutto, di malattia grave; infine, non vi è alcuna certezza sulla data di approvazione e reale disponibilità per la somministrazione alla popolazione. “Tenendo conto del quadro di elevata circolazione virale – aggiunge il Presidente – è cruciale effettuare la quarta dose subito con i vaccini attuali che, seppur “vecchi”, si sono dimostrati ampiamente efficaci nel riportare a livelli elevati la copertura nei confronti della malattia grave, che declina progressivamente a 120 giorni dalla terza dose”.

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