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Cronaca Nazionale Newsrimini

Di nuovo a casa: l’abbraccio dei familiari dei turisti rapiti

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mar 30 Set 2008 12:26 ~ ultimo agg. 12 Mag 16:34
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Arrivati a Torino alle 2 di notte i cinque italiani ostaggi di banditi nel deserto del Sahara e tenuti segregati per 10 giorni. Dopo la liberazione, avvenuta ieri in un blitz del quale non sono noti né i particolari né il luogo, i cinque, Walter Barotto, Mirella De Giuli, Giovanna Quaglia, Lorella Paganelli e Michele Barrera, hanno potuto abbracciare familiari ed amici all’aeroporto di Caselle, di Torino. Ressa di media al loro arrivo, ai quali hanno detto di aver avuto “tantissima paura”, ma che non sono “mai stati minacciati dalle armi, solo quando ci hanno rapito”. Altri monenti di paura quando le trattative parevano essere giunte ad un punto morto”.

Non ha avuto influenze sulla loro prigionia la sparatoria che ha visto coinvolti una parte della banda di rapitori con le forze sudanesi, pochi giorni fa. E’ stato quello uno dei punti salienti di questa lunga storia di prigionia nel deserto: 6 dei rapitori uccisi, due arrestati e numerosi documenti sul sequestro rinvenuti nell’auto dei rapitori, che forse hanno fornito altre tracce nella gigantesca caccia all’uomo sviluppatasi per 120 giorni nel deserto tra Egitto, Libia, Sudan e Chad. Alla fine, la liberazione, con la “metà die sequestratori eliminati”, come ha riportato il ministro egiziano, ma è stato confermato sempre da fonti egiziane, non è stato pagato alcun riscatto.

Sia gli ostaggi sia i loro familiari hanno ringraziato il il ministro Franco Frattini e il ministero degli Esteri, i primi per la liberazione, i secondi per la tempestività con la quel erano tenuti informati sulle novità e, quando c’erano, sulle notizie dai loro cari.

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