Convention amministratori PD. Gnassi fa onori di casa, Renzi attacca Grillo
E’ stato il sindaco di Rimini Andrea Gnassi a fare gli onori di casa aprendo oggi i lavori della convention degli amministartori del Partito democratico, in corso fino a domani al Palacongressi di via della Fiera (chiusa al traffico per l’occasione).
“C’è un pezzo di Italia – che è un pezzo di patria, i Comuni, i territori – che si assume responsabilità quotidiane – ha premesso Gnassi – Siamo l’Italia vera e concreta, del darsi una mano. L’Italia che ha una visione. Siamo un pezzo dell’Italia, solida e solidale, che anche quando deve fare i conti con l’Italia della politica politicante e dello scarica barile sa che più che parole e speculazioni servono fatti. Noi non siamo l’Italia dello scaricabarile, ma siamo l’Italia consapevole, che quel barile se lo carica sulle spalle. Siamo anche quell’Italia che però chiede assetti istituzionali certi e un progetto di medio-lungo periodo”.
Gnassi chiede poi “un’agenda per le città”: “Un patto che garantisca ai comuni autonomia organizzativa, autonomia fiscale e di investimenti. In cambio i comuni si impegnano per garantire il pareggio di bilancio. Tutte le questioni, persino quelle nazionali come sicurezza immigrati, oggi riguardano in primo luogo i Comuni. Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un paradosso: il federalismo dei problemi e il neocentralismo delle funzioni. Noi non scappiamo dalle responsabilità siamo il Pd che goverma tutti i giorni. Per questo abbiamo bisogno di autonomia, per risolvere i problemi. Da qui, oggi, dobbiamo iniziare a lavorare ad una piattaforma di proposte dal basso, su temi come welfare, sanità, sicurezza, riqualificazione urbana”. “Noi siamo il Pd che riparte per il Paese dai suoi territori“.
Momento clou della giornata, il discorso del segretario del partito Matteo Renzi che alle 18 ha preso la parola per oltre un’ora. Sulle elezioni l’ex premier ha detto che “il punto non è quando si vota ma se avere un Italia di serie A o B“. Renzi ha poi preso di mira Grillo (definito lo “spregiudicato pregiudicato“) e difeso l’operato del suo Governo e in particolare il Jobs Act. Sul futuro Renzi ha spiegato che il partito e l’Italia devono ripartire proprio dagli amministratori locali.












