Chiusa dopo 30 anni querelle tra comune Verucchio e proprietari immobiliari


L’uomo chiedeva un risarcimento di un milione e mezzo di euro per il ritiro di una concessione edilizia. La Corte d’Appello di Bologna ha rigettato definitivamente la richiesta. A renderlo noto Legambiente, che ricorda come la vicenda ebbe inizio nel 1975, quando il Comune annullò centinaia di licenze edilizie concesse dalla precedente amministrazione, che avrebbero deturpato il paesaggio del ‘Sasso’. Tra l’altro, ricorda l’associazione, fu bloccata la realizzazione di due condomini ai piedi della Rocca, nella zona in cui sono stati fatti poi importanti ritrovamenti archeologici risalenti alla civiltà villanoviana (a cui si riferiscono le immagini). I proprietari fecero causa al Comune e una sentenza del 2004 aveva dato loro ragione. Nella scorsa primavera invece il Consiglio di Stato, dichiarando illegittimo il rilascio delle concessioni, ha aperto la strada al ribaltamento della sentenza di primo grado come confermato ora dalla Corte d’Appello.
La nota stampa di Legambiente
Finalmente è giunta la notizia che tutti (o quasi) aspettavano a Verucchio. La Corte d’Appello di Bologna ha rigettato definitivamente la richiesta di un proprietario immobiliare di avere i danni dall’Ammistrazione Comunale (circa un milione e mezzo di euro), per il ritiro di una concessione edilizia. Con questa sentenza è stata finalmente scritta la parola fine alla vicenda che ha visto il Comune di Verucchio opporsi alla speculazione edilizia. La vicenda ebbe inizio nel 1975, quando la il comune con il primo Piano Regolatore Generale annullò centinaia di licenze edilizie concesse dalla precedente gestione dell’amministrazione comunale, che avrebbero irrimediabilmente deturpato il paesaggio unico del “Sasso”. Tra l’altro fu bloccata la realizzazione di 2 condomini su terreni situati proprio ai piedi della Rocca, nella zona in cui negli anni successivi sono stati fatti una serie di importanti ritrovamenti archeologici (che continuano tutt’ora) risalenti alla civiltà villanoviana. I proprietari fecero causa al Comune innescando una vicenda giudiziaria durata oltre trent’anni. Un prima sentenza del 2004 condannava il Comune a pagare oltre un milione di euro di risarcimento, ma nella scorsa primavera il Consiglio di Stato, dichiarando illegittimo il rilascio delle concessioni edilizie ha aperto la strada al ribaltamento della sentenza di primo grado. Ora, con la decisione della Corte d’Appello di Bologna si chiude finalmente una vicenda durata 33 anni.
Il presidente di Legambiente Emilia Romagna Luigi Rambelli, nell’apprendere la notizia ha manifestato al sindaco di Verucchio Giorgio Pruccoli, la sua soddisfazione “per la positiva conclusione di una vicenda che ha visto l’impegno dei 3 sindaci succedutisi alla guida della città nella salvaguardia del paesaggio dalle colate indiscriminate di cemento, esempio purtroppo troppo raro di azione concreta di un’amministrazione comunale per la conservazione del proprio territorio”. Per Legambiente – ha aggiunto Rambelli – la vicenda di Verucchio è importante anche sul piano regionale e nazionale perchè pone all’attenzione generale il tema della difesa dalla cementificazione imperante di una parte essenziale del patrimonio artistico e paesistico italiano che rappresenta una risorsa importante anche per l’economia, specie quella turistica. Purtroppo nonostante i segnali di sgonfiamento della bolla speculativa, la svendita del territorio continua in modo assurdo sia lungo le coste che nelle aree interne. Anche su questo Verucchio ha dato un segnale importante di controtendenza riducendo le previsioni edificatorie”.
L’associazione ambientalista ha seguito da vicino questa vicenda soprattutto negli ultimi anni portando la vicenda di Verucchio al centro di momenti di riflessione e confronto organizzati dall’Universita di Bologna; inserendo la Rocca Malatestiana nella guida 2008 dei “Gioielli Ritrovati” della Campagna Nazionale Salvalarte organizzata in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e scegliendo di organizzare nella cittadina del riminese uno degli eventi principali di “Voler Bene all’Italia”, la campagna nazionale di tutela e valorizzazione dei piccoli comuni, svoltasi l’11 maggio scorso.