Cala il petrolio ma non i prezzi: Consumatori in rivolta
Scende il prezzo del petrolio, raggiungendo 105 dollari al barile. E’ un sospiro di sollievo quello che accompagna il crollo del greggio, protagonista nei mesi scorsi di una galoppata al rialzo che faceva ricordare i peggiori shock petroliferi, raggiungendo quota 147 dollari. In parte l’ottimismo viene dallo scampato pericolo per l’uragano Gustav, nel Golfo del Messico: il suo declassamento a tempesta tropicale ha fatto trarre un sospiro di sollievo sia agli abitanti della regione, sia alle riserve di oro nero, che non dovranno essere così intaccate.
Ma se il prezzo cala, le conseguenze, secondo le associazioni dei consumatori, non si vedono in modo tangibile sui costi della benzina. “Si metta fine, una volta per tutte, a questa “asimmetria”, che danneggia sempre i cittadini. Infatti, noi non ricordiamo si sia mai verificata un’asimmetria a favore dei consumatori! Bisogna porre fine a questa vergognosa speculazione. – sostengono Adusbef e Federconsumatori – Come al solito, a farne le spese, saranno sempre e solo i cittadini, che, per i carburanti, subiranno ricadute di 7 € al mese, pari ad 84 € all’anno. Infatti, vi è attualmente un “sovrapprezzo” di 7-8 centesimi su ogni litro di carburante, i prezzi si attestano intorno a 1,47 – 1,48 € al litro, quando, vista la diminuzione del costo del petrolio, dovrebbero comparire sui listini almeno a 1,40 € al litro. Questi centesimi di euro, sono fonte di enorme di guadagno da parte di chi opera nella filiera, che guadagnano, in questo modo, “appena” 315 milioni di Euro al mese, frutto di un volume di vendita annuo dei carburanti che ammonta a 45 miliardi di litri (15 miliardi di benzina e 30 miliardi di gasolio)”.
L’Unione petrolifera – che raccoglie le imprese distributrici dei carburanti – replica: “Sarebbe interessante capire su quali basi e con quali criteri Federconsumatori afferma che oggi sulla benzina esisterebbe un sovrapprezzo di 7-8 centesimi euro/litro. Dal 1° agosto ad oggi, infatti, il prezzo industriale della benzina si è mosso coerentemente con la discesa delle quotazioni del prodotto raffinato rilevate dal Platts e che nello stesso periodo lo stacco con la media europea si è praticamente dimezzato. Occorre inoltre tenere presente, anche guardando all’andamento del greggio, che le sue quotazioni scontano l’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro che, rispetto ai valori di aprile, può essere stimato in 4 centesimi euro/litro. Si tratta come al solito di affermazioni che prescindono dalla realtà dei numeri e dai reali meccanismi che regolano i mercati petroliferi, le cui dinamiche non possono comunque essere valutate con riferimento ad un singolo dato puntuale”.












