Avvocati sul piede di guerra. Prosegue astensione dalle udienze


Nel mirino dell’avvocatura le liberalizzazioni selvagge, la riforma dell’ordinamento professionale e la media conciliazione obbligatoria definita fallimentare anche a Rimini.
Contestata anche la norma del decreto Salva Italia che costituisce il Tribunale delle Imprese – che avrà sede a Bologna – “perché rappresenta la volontà di creare una giustizia a due velocità: una rapida e costosa per le imprese ed una lenta a basso costo per i cittadini.” “Tutti gli avvocati presenti hanno convenuto sulla necessità di continuare l’astensione per l’eliminazione della norma che consente la presenza di soci di capitale negli studi professionali, perché portatrice di evidenti conflitti di interessi, di ingerenze malavitose e perché è del tutto inutile per aumentare la competitività del settore.”
La nota stampa
L’assemblea degli avvocati che si è tenuta questa mattina alle ore 10 presso la sala del Consiglio dell’Ordine degli avvocati ha confermato l’unità dell’avvocatura.
L’assemblea convocata dall’Ordine degli avvocati (rappresentata dal segretario avv. Andrea Mussoni, dall’Oua – Organismo Unitario dell’Avvocatura (avv. Marzio Pecci), dalla Camera Civile (avv. Domenico Amoruso) e dalla Camera dei Tributaristi ha confermato l’astensione dalle udienze fino a sabato 24.
Gli interventi degli avvocati riminesi hanno evidenziato l’importanza di queste giornate di protesta che culmineranno con l’apertura del Congresso Straordinario Forense a Milano (23 e 24 marzo) avente come tema “I diritti non sono merce”.
Le ragioni dello sciopero evidenziate dai partecipanti riguardano la rottamazione della giustizia, della macchina giudiziaria, le liberalizzazioni selvagge, la riforma dell’ordinamento professionale e l’avvocatura quale soggetto costituzionale.
Dagli interventi dell’assemblea è emerso che provengono sollecitazioni dalla società civile, dagli avvocati, dai sindaci di mantenere una giustizia di prossimità e per questo “i criteri oggettivi”, allo studio del Ministero per determinare le nuove circoscrizioni giudiziarie, non potranno non tener conto della domanda di giustizia dei cittadini.
E’ emersa, ancora una volta, una precisa contestazione della obbligatorietà della media conciliazione che dai dati pubblicati dal Ministero è risultata fallimentare e le finalità deflattive non si sono verificate e ciò anche nel Tribunale di Rimini.
E’ stata altresì contestata la norma del decreto Salva Italia che costituisce il Tribunale delle Imprese – che avrà sede a Bologna – perché rappresenta la volontà di creare una giustizia a due velocità: una rapida e costosa per le imprese ed una lenta a basso costo per i cittadini.
Infine tutti gli avvocati presenti hanno convenuto sulla necessità di continuare l’astensione per l’eliminazione della norma che consente la presenza di soci di capitale negli studi professionali, perché portatrice di evidenti conflitti di interessi, di ingerenze malavitose e perché è del tutto inutile per aumentare la competitività del settore.
L’assemblea si è conclusa con l’auspicio che la politica si faccia interprete delle istanze dell’avvocatura che delineano la “difesa della difesa” del cittadino.
La puntata di Diritto e Rovescio sulla situazione della Giustizia a Rimini