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A Rimini serve il Garante dei detenuti. Richiesta bipartisan al comune

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Sab 29 Mar 2014 12:22 ~ ultimo agg. 17 Mag 04:37
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Nelle carceri italiane i detenuti sono costretti in condizioni degradanti e inumane. A dirlo è la Corte di Giustizia europea che lo scorso anno aveva intimato all’Italia di porre rimedio entro aprile 2014. La soluzione però è ancora lontana. Aumentano le morti dietro le sbarre (oltre due mila in poco più di 10 anni) e c’è l’annoso problema del sovraffollamento.
Un problema che colpisce anche la struttura dei Casetti di Rimini che, con una capienza di 123 persone, ne ospita al momento circa 180. Ma si è arrivati anche a numeri più alti: basti pensare che nel dicembre 2010 le presenze effettive erano addirittura 239. Per ogni detenuto ci sono spazi ridotti, in alcuni momenti poco più di un metro quadrato e mezzo a testa. I Casetti hanno cercato di limitare i danni tenendo per alcune ore al giorno le celle aperte. Ma non basta.
Serve una battaglia di civiltà, dicono dall’associazione Papillon impegnata nel sostegno dei carcerati. Un primo passo sarebbe quello di istituire ai Casetti la figura del Garante dei Detenuti, già presente in quasi tutte le strutture della Regione.
“Chiediamo al comune di istituire questa figura – spiega Claudio Marcantoni, presidente Associazione Papillon –chiamata a tutelare i diritti dei carcerati.”

na richiesta politicamente trasversale. Da sei mesi giace in consiglio comunale una mozione di Marcello del Nuovo Centrodestra che ora presenterà un ordine del giorno a tema.
Altra questione che necessita di una risposta urgente è quella del reinserimento dei detenuti: tutto è lasciato all’impegno delle associazioni ma servirebbero programmi ad hoc.
“Chi sbaglia secondo noi deve avere la possibilità di essere reinserito – dice Marcantoni – mentre spesso quando si esce dal carcere si viene emarginati. Ed è solo grazie ad associazioni e cooperative che alcuni riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro e quindi nella società”.

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