Il cardinale Zuppi a Riccione: conflitti si risolvono col diritto, non con armi
Quasi 400 persone, molti anche in piedi, hanno deciso di trascorrere un caldo venerdì sera estivo al Grand Hotel di Riccione per assistere al dialogo tra il cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e Don Roberto Battaglia, autore del libro “Ritornare all’origine. Uno sguardo di speranza di fronte alla fine della cristianità” (con prefazione dello stesso Zuppi). Presente anche il Vescovo di Rimini, Mons. Nicolò Anselmi. Tra il pubblico anche tanti rappresentanti istituzionali: tra gli altri, anche il Prefetto, l’onorevole Colombo, la sindaca Angelini.
Ad organizzare la serata l’Associazione “Amici di Andrea Aquilano”, in collaborazione con la Confraternità di San Girolamo e della S.S.Trinità e il patrocinio del comune di Riccione.
“Senza legittima difesa vince il più forte. Se pensiamo però che l’unico modo di risolvere i conflitti siano le armi sbagliamo” ha detto il cardinale. “Se pensiamo – ha precisato Zuppi – che i conflitti si risolvano con le armi cancelleremo ottanta anni di pace in Europa. Non è facile, ma i conflitti si risolvono con il diritto, non con le armi e, in questo, per quanto riguarda la guerra in Ucraina, l’Europa deve avere un ruolo attivo”.
Papa Francesco – ha aggiunto Zuppi – “sulla guerra in Ucraina (e tutti gli altri conflitti) non ha un piano, non ha una formula magica per risolvere il conflitto ma ha un’unica preoccupazione: non abituarci alla guerra. Dobbiamo fare di tutto per mettere in campo soluzioni di “pace creativa’.” Da questo punto di vista il cardinale si è detto “contento della recente liberazione di prigionieri tra Russia e Ucraina. Se ci si parla, ci si mette d’accordo”. “Il Papa – ha detto ancora il presule – in missione di pace ci manda tutti. Ciascuno è inviato a diventare ‘artigiano di pace’ perché non prevalgano conflitti e divisioni”.
Nel riflettere sull’attuale stato di salute del cristianesimo, il cardinale Zuppi si è detto contrario a risposte “chiuse”, aspettando che passi la “nottata” della secolarizzazione che ha azzerato tanta cristianità. “Sarebbe – ha detto Zuppi – un errore fondamentale. I cristiani devono tornare a vivere il Vangelo ed essere lievito nella società odierna”. Negli anni in cui le chiese erano piene, ci si è seduti perché tutto andava bene. “Negli anni ’50 del secolo scorso – ha detto il cardinale – don Luigi Giussani, davanti alla fiorente cristianità, si era accorto che qualcosa non andava: il Vangelo non diventava vita. Il suo è un insegnamento che vale anche oggi perché, vivere il Vangelo, non è una cosa scontata. È la preoccupazione di Papa Francesco che invita tutti a ripartire dall’essenziale, tornando ad essere innamorati di Cristo”.