I figli di Angela: "Nostro padre come un boss, ha minacciato anche noi"
Altra udienza in Corte d’Assise per il femminicidio di Angela Avitabile, la 59enne uccisa in casa a coltellate, la sera del 22 aprile 2022 a Rimini, dal marito, Raffaele Fogliamanzillo.
“La gelosia e l’amore non uccidono, giustizia per Angela”, era questa la scritta che campeggiava sulle magliette dei parenti e degli amici della donna, presenti questa mattina in tribunale. Erano lì, ancora una volta, per sostenere i tre figli, Anna di 41 anni, Ferdinando di 39 e Maicol di 24, costituitisi parte civile nel processo che vede imputato per omicidio volontario aggravato loro padre Raffaele, 62enne di origine campana, ex sorvegliato speciale già condannato in passato in via definitiva per omicidio, da tempo in cura al servizio di Igiene mentale per una sindrome ansiosa depressiva. Questa volta Fogliamanzillo, attualmente rinchiuso nella Rems di Reggio Emilia, ha preferito non partecipare all’udienza. La Corte, che lo avrebbe dovuto ascoltare, ha acquisito il verbale di interrogatorio dell’epoca, quando si presentò in questura a Rimini, dopo aver chiamato la figlia per confessarle con voce irrealmente calma il delitto: “Ho ucciso la mamma”.
I figli Anna e Maicol, sentiti in qualità di testi, hanno descritto il padre come un boss, ossessionato dalla gelosia, a tal punto da credere in una fantasiosa relazione clandestina tra Angela e il fratello del marito della figlia. “Nostra madre era una donna di casa, sempre presente per tutti, pronta a fare sacrifici – hanno spiegato -. Lui invece è sempre stato un violento, che ha più volte minacciato di morte la mamma ma anche noi, come accaduto l’ultima volta durante un colloquio in carcere, quando disse: ‘Prima o poi uscirò e terminerò il lavoro che ho iniziato'”.
Da quella notte nulla è stato più come prima: “La nostra vita è distrutta – ha raccontato trattenendo a stento le lacrime la figlia Anna -, mia madre era tutto per noi. Papà ha rovinato per sempre la nostra vita e anche quella dei suoi nipoti. La sera dell’omicidio i mie due figli, all’epoca di 6 e 3 anni, erano in casa. Il maschietto aveva chiamato diverse volte la nonna perché aveva sete. Siccome lei non rispondeva, si è affacciato in cucina e l’ha vista morta a terra”.
Il processo si giocherà sulla reale capacità di intendere e volere del 62enne. Per il perito della difesa, Fogliamanzillo era affetto da un disturbo delirante paranoide che l’avrebbe reso totalmente incapace, mentre secondo il consulente di parte civile era pienamente in possesso delle sue facoltà mentali quando uccise Angela. “Basta con tutti questi uomini che uccidono mogli e compagne e poi diventano improvvisamente pazzi”, si è sfogata Anna all’uscita dall’aula. Prossima udienza fissata il 23 ottobre.