Noto imprenditore indagato per un muro eretto in zona di interesse archeologico
Secondo l’accusa, avrebbe eretto un muro a ridosso dell’antica “nevaia” in piazza Balacchi a Santarcangelo, un’area sottoposta a vincolo di interesse archeologico, sulla quale il Comune e la Soprintendenza avevano effettuato degli scavi per riportare alla luce due antiche grotte. A finire indagato per un reato sostanzialmente di natura edilizia è Manlio Maggioli, noto imprenditore santarcangiolese e storico patron de “La Sangiovesa”.
La Procura di Rimini, nella persona della sostituta procuratrice Giulia Bradanini, gli contesta l’articolo 169 del codice dei beni culturali e del paesaggio. In buona sostanza, Maggioli avrebbe fatto ripristinare senza le necessarie autorizzazioni un muro parzialmente demolito da terzi a ridosso della grotta numero 8, che lui ritiene essere di sua proprietà. In un secondo momento, venuto a conoscenza della presunta irregolarità, in accordo proprio con l’amministrazione comunale e la Soprintendenza, ha fatto ripristinare lo stato dei luoghi, demolendo il muro in questione a proprie spese e facendolo sostituire con una cancellata.
Il suo difensore, l’avvocato Moreno Maresi, ritiene che “per come sono stati accertati i fatti ed in ragione dell’intervenuta demolizione del muro contestato, sostituito d’intesa con il Comune, con una cancellata, la vicenda di natura contravvenzionale abbia assunto una sostanziale irrilevanza. Pertanto all’udienza pre-dibattimentale del 27 settembre prossimo, confidiamo che il Tribunale di Rimini possa pronunciare sentenza assolutoria per tutti i soggetti coinvolti“. Oltre a Maggioli, infatti, risultano indagate altre quattro persone che a vario titolo hanno preso parte al ripristino del muro.