Madre e figlio perseguitati dai vicini: "Siete la vergogna del paese"

Per più di due anni sono stati costretti ad uscire dalla loro abitazione in Valconca facendo meno rumore possibile per non farsi sentire dai vicini, che non perdevano occasione per insultarli (“Siete la vergogna del paese“), minacciarli e compiere nei loro confronti dispetti di ogni tipo, come rompere le loro piante, bucare le gomme della loro auto con dei chiodi o gettare la spazzatura contro la porta del loro garage. Una situazione insostenibile che ha spinto una 51enne riminese e il figlio autistico a modificare le loro abitudini di vita. Da tempo non invitavano neppure amici o parenti a casa loro proprio per il timore di coinvolgerli nelle scenate dei due condomini.
Al termine delle indagini dei carabinieri, i vicini, un 50enne e l’anziana madre di 85 anni, sono stati accusati di atti persecutori. Per loro il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio. La riminese, esasperata, aveva deciso di denunciare l’uomo e l’anziana madre per tutelare soprattutto suo figlio, che in seguito ai comportamenti minacciosi e aggressivi dei due indagati aveva avuto delle vere e proprie crisi panico e pianto. Come nell’agosto del 2021, quando – secondo il racconto della riminese – insultarono l’autista del pulmino che aveva accompagnato a casa il ragazzo e, per farlo scendere, aveva fermato il mezzo davanti al condominio. O come quella volta che il figlio della donna fu ricoperto di insulti per aver urtato inavvertitamente la porta dei contatori del palazzo, provocando così rumore nella tromba delle scale.
Il prossimo 18 ottobre sarà il gup del tribunale di Rimini a stabilire se queste condotte siano passibili di un processo nei confronti del 50enne e della madre di 85 anni.