Indietro
menu
smascherato il "re della truffa"

Raggirava imprenditori promettendo finanziamenti europei a fondo perduto

In foto: la guardia di finanza
la guardia di finanza
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 6 giu 2023 18:07 ~ ultimo agg. 7 giu 14:04
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Ci sono anche dieci imprenditori del Riminese tra le 500 vittime della truffa realizzata da un 50enne ravennate, smascherato dalla guardia di finanza di Faenza, che ha svolto le indagini sotto la supervisione della Procura di Ravenna. L’indagato avrebbe nascosto al Fisco 650 mila euro, a tanto ammonterebbero i proventi di centinaia di truffe commesse in tutta Italia.

La vicenda è scaturita da due denunce ricevute nell’aprile 2021 dai finanzieri di Faenza. Le indagini però hanno evidenziato uno scenario ben più ampio e grave: l’uomo ora è ora accusato di aver ideato un sistema di truffe “a catena” in cui sono caduti centinaia di “ignari imprenditori o padri di famiglia bisognosi di liquidità, anche, e soprattutto, durante l’emergenza pandemica”.

Secondo quanto ricostruito, il ravennate si presentava come rappresentante o presidente di organismi vari, creati ad hoc, con nomi simili a quelli di famose associazioni di categoria o centri studi realmente esistenti e attivi a livello nazionale, millantando anche frequentazioni con politici di primo piano. Carpiva così la fiducia dei suoi interlocutori per poi proporre finanziamenti a fondo perduto o comunque agevolati, erogati dall’Unione Europea a favore di piccole e medie imprese nonché di privati. A patto di versare anticipatamente un importo tra i 600 ed i 1.200 euro per ogni richiesta, come compenso per l’attività di consulenza nell’istruttoria delle pratiche, in realtà mai avviate.

Per dare una parvenza di regolarità e credibilità alla truffa, il 50enne ravennate faceva perfino firmare un formale atto di “conferimento di incarico di consulenza” dicendo che era necessario per avviare la pratica. E quando le persone cominciavano a lamentarsi per il mancato accredito delle somme richieste, spediva false comunicazioni di fantomatici organismi dell’Unione Europea, con tanto di loghi ufficiali abilmente riprodotti, che attestavano l’accoglimento delle domande e l’arrivo imminente delle somme richieste. In molti casi, poi, creando falsi profili riconducibili a funzionari in servizio nelle istituzioni comunitarie, e usando un’utenza telefonica croata, inviava messaggi a nome dei finti funzionari Ue che poi mostrava o inoltrava alle vittime per dimostrare la buona riuscita delle operazioni finanziarie.

In alcuni casi i truffati hanno anche acquistato beni e fatto investimenti con rateizzazioni “per le quali sono risultati inevitabilmente inadempienti non avendo mai ricevuto le somme sperate e patendo, quindi, ulteriori danni patrimoniali in aggiunta a quanto inutilmente e illecitamente versato all’indagato”, evidenziano i finanzieri. Per espandere il giro d’affari, infine, il 50enne non si sarebbe fatto scrupoli a coinvolgere le sue stesse vittime nel sistema illecito, promettendogli un compenso in caso di presentazione di nuove persone interessate a queste forme di finanziamento. “In questo modo il passaparola si è dimostrato un volano incredibile di procacciamento di altre vittime, moltiplicatisi velocemente soprattutto nel corso della pandemia, quando agricoltori e piccoli imprenditori in crisi di liquidità vedevano in queste soluzioni finanziarie una possibile ancora di sopravvivenza”, sostengono gli investigatori.

Il ravennate è stato denunciato per truffa aggravata e falsità materiale. Inoltre, nel corso delle indagini sono state sottoposte a sequestro le somme su suoi conti correnti per circa 24 mila euro. Terminata l’indagine, i finanzieri hanno avviato accertamenti amministrativi per “almeno ricondurre a tassazione la ricchezza illecitamente accumulata dall’indagato grazie a questa sua perdurante e pervicace attività illecita”. Sono stati quindi eseguiti accertamenti bancari e finanziari per tutte le annualità ancora fiscalmente contestabili e, verificate le entrate finanziarie non denunciate al fisco, sono stati recuperati a tassazione oltre 650.000 euro di proventi illeciti sui quali ora l’uomo dovrà a pagare le imposte e le connesse sanzioni amministrative.

Meteo Rimini
booked.net