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il saluto a colleghi e amici

Il magistrato Paolo Gengarelli saluta la Procura di Rimini dopo 34 anni

In foto: Il magistrato Paolo Gengarelli, 68 anni
Il magistrato Paolo Gengarelli, 68 anni
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 21 giu 2023 17:46 ~ ultimo agg. 22 giu 10:58
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Si chiuderà ufficialmente il 30 giugno prossimo, con l’ultima udienza di un processo in Corte d’Assise per omicidio volontario, la carriera di Paolo Gengarelli come sostituto procuratore. Dopo 34 anni, infatti, il magistrato riminese, nato il 29 luglio del 1954, lascia la Procura di Rimini e va in pensione.

Questa mattina al terzo piano del Palazzo di Giustizia di viale Carlo Alberto dalla Chiesa, che è diventato la sua seconda casa, Gengarelli, grande appassionato di calcio, tifosissimo di Rimini in primis e Inter, ha voluto congedarsi con un saluto rivolto a colleghi e amici, avvocati e giornalisti. Prima, però, una breve introduzione e un sentito ringraziamento da parte della procuratrice capo, Elisabetta Melotti: “Ringrazio personalmente Paolo – ha detto – perché su mia richiesta è rimasto un po’ di più rispetto a quanto aveva preventivato. Il fatto che lui fosse qui mi dava grande tranquillità. Paolo è la storia della Procura di Rimini, un esempio di professionalità, signorilità e cortesia. Ha sempre svolto il suo incarico con estrema dedizione, ha condotto indagini delicatissime con grande successo: ne cito una su tutte, l’inchiesta Free Credit con la Guardia di finanza sulla truffa dei bonus edilizi, che ha fatto scuola in tutta Italia”.

L’ordine degli avvocati di Rimini e la Camera penale gli hanno riconosciuto “grande preparazione e correttezza. E’ un magistrato che ha saputo unire rigore giuridico al senso umano”. Parole di sincera stima anche dai colleghi, che hanno ricordato “la sua porta sempre aperta per tutti, il suo equilibrio in campo professionale e umano, il suo saper fare squadra”. Poi è toccato ai poliziotti, carabinieri e finanzieri che negli anni hanno collaborato a stretto contatto con lui: “E’ stato un onore lavorare con lei”.

Infine a prendere il microfono per leggere un breve ma intenso discorso d’addio è stato lui, “Genga”, come lo chiamano affettuosamente amici e colleghi: “E’ arrivato il momento di salutarvi e ringraziarvi – ha esordito con un po’ di inevitabile emozione -. Ho deciso di dire basta dopo 34 anni perché il sistema negli anni è cambiato ed è andato deteriorandosi. Anche io – ha ammesso – ho perso un po’ di stimoli. Voglio dire grazie al personale amministrativo che consente a questa macchina di funzionare a pieno regime; alla procuratrice capo Melotti per la signorilità rara che la contraddistingue; ai colleghi che mi hanno accompagnato in questa lunga avventura e sostituito senza fiatare durante la mia forzata attesa; ai giudici che hanno dato ampio respiro alle mie irrequietezze; al personale della polizia giudiziaria da cui ho imparato la cultura e la tecnica delle indagini e con cui ho avuto un proficuo scambio di conoscenze reciproche; ai militari della Finanza che con l’ultima indagine condivisa (Free Credit, ndr) hanno rinverdito il mio entusiasmo giovanile; ai giornalisti dell’informazione locale per aver mantenuto degli atteggiamenti rispettosi e cordiali, di collaborazione quando il caso lo richiedeva. Vi auguro di guardare sempre orizzonti lontani mentre altri disegnano confini per limitare la vostra libertà; grazie a mia moglie Miria – ha concluso con la voce rotta dall’emozione e gli occhi lucidi – per essermi stata a fianco durante questo percorso”. 

A riprova del suo spessore umano, il magistrato riminese aveva “proibito” regali materiali, invitando colleghi ed amici a fare una donazione in favore dell’Ail di Rimini per la lotta contro i mielomi. L’ennesimo gesto di classe di un vero Signore con la toga.