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Multinazionali nel mirino

Magazzini pieni e merce da buttare. L'allarme di Federmoda

In foto: Giammaria Zanzini
Giammaria Zanzini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 25 mag 2023 19:10
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In una primavera già piena di stenti, l’alluvione è stata la goccia che rischia di far traboccare un vaso già colmo. A lanciare l’allarme è anche Federazione Moda Italia Emilia Romagna tramite la voce del suo presidente Giammaria Zanzini. “Abbiamo dato un contributo immediato alle persone coinvolte nell’alluvione coordinando le donazioni di tante imprese da tutta Italia – spiega -. Questo dramma ha messo in ginocchio le attività del nostro settore, già fortemente in difficoltà per tante condizioni sfavorevoli, dall’innalzamento dei tassi d’interesse all’inflazione che abbatte il potere di spesa dei consumatori. Con i magazzini pieni, la merce da buttare e una primavera che registrava già un -35% nelle vendite non avremmo voluto subire un altro attacco al commercio di vicinato da parte di alcune multinazionali, che hanno avviato ribassi e promozioni nel pieno della stagione. Un approccio predatorio che le piccole imprese del commercio di moda non possono reggere. Serve urgentemente un Patto di filiera”.

L’intervento integrale di Giammaria Zanzini

In questi giorni drammatici per tante aree dell’Emilia Romagna messe in ginocchio dall’alluvione, come Federazione Moda Italia – Confcommercio abbiamo voluto dare un contributo immediato nell’emergenza più estrema, coordinando a livello nazionale le imprese del settore moda e calzature in una raccolta di mantelline e stivali in gomma per fronteggiare i disagi dati da pioggia e fango, inviando direttamente i materiali sui luoghi più colpiti. Tante le imprese di tutta Italia che hanno accolto l’appello di aiuto in questo disastro che coinvolge tutti emotivamente, per il quale ci stringiamo al dolore delle persone.
Un dramma che purtroppo lascia la conta dei danni alla gente e alle imprese coinvolte. Comprese quelle del commercio moda e calzature, già in difficoltà per un combinato disposto di condizioni sfavorevoli prolungate nel tempo, che vanno dall’innalzamento dei tassi di interesse bancari agli stringenti contratti con le aziende fornitrici, dalla difficoltà di accedere al credito al caro-affitti, fino alla sempre più scarsa capacità di spesa del cliente dovuta ad un’inflazione galoppante e a stipendi congelati, che costringe le famiglie a rinunciare alle spese ritenute non di prima necessità.
Nel quadro appena delineato si inserisce la decisione anche della nostra Regione di posticipo dell’inizio dei saldi estivi al 6 luglio. Certamente una scelta sensata, che tuttavia rischia di perdere di ogni efficacia alla luce del comportamento predatorio di alcune grandi catene di moda multinazionali, che hanno già dato avvio a sconti e promozioni attraverso forti ribassi sia negli outlet che sui marketplace, pur essendo nel pieno della stagione delle collezioni primavera/estate. Con i magazzini pieni e le vendite che registravano un -35% circa rispetto all’anno precedente già prima del disastro a causa di questa fredda primavera e, in molti casi qui in Emilia Romagna, con l’acqua alle ginocchia e la merce da buttare, non avremmo voluto registrare un altro attacco al commercio di vicinato come quello che stiamo subendo. Rischiamo di questo passo di perdere il 10% dei negozi legati al nostro settore all’interno delle città – per non parlare delle aree alluvionate in cui chissà quanti negozi saranno in grado di riaprire e quando – con tutte le conseguenze del caso, meno sicurezza, meno decoro, meno coesione sociale.
Fondamentale il presidio della Federazione Moda Italia sulla direttiva Omnibus e sulle importanti novità che arriveranno dal 1° luglio in tema di annunci di riduzione dei prezzi, pratiche scorrette e comportamenti sleali anche e soprattutto on-line.
Tuttavia la strada da compiere è ancora lunga e tortuosa per salvaguardare il canale del retail, messo sempre più a dura prova dalle politiche commerciali aggressive di alcune grandi multinazionali e dai colossi del web, le cui piattaforme macinano record su record, toccando un +8% sul 2021 per un totale di 33 miliardi di euro di prodotto venduto. (Fonte: Osservatorio eCommerce B2C Netcomm-School of Management del Politecnico di Milano).
Ancora una volta dunque ribadiamo l’importanza di quel Patto di filiera che potrebbe aiutare a sopravvivere l’anello finale ma fondamentale della catena, quello dei piccoli negozi, nel solco del percorso avviato con grande impegno dal presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, che ha portato le proposte dell’associazione al Tavolo della Moda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e continua ad essere in costante contatto con le istituzioni nazionali”.