
Anche i dipendenti Inail della provincia di Rimini incroceranno le braccia domani, 21 aprile, in occasione della mobilitazione indetta a livello nazionale. Lo sciopero riguarderà le ultime tre ore di ogni turno. I problemi riguardano carenza di personale, procedure obsolete e carichi eccessivi di lavoro. Da parte dell’amministrazione INAIL – spiegano Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal, Usb Pi, Dirstat, Anmi e Flp – si registra la mancanza di risposte utili per affrontare e risolvere le problematiche su tutto il territorio nazionale.
Secondo l’ultimo rapporto sul fabbisogno di personale (fonte: INAIL), a Rimini l’organico – comunque sottostimato dicono i sindacati – dovrebbe essere pari a 39 lavoratori mentre al momento risultano essere solo 31 tra personale amministrativo, sanitario, ispettori e assistenti sociali, per la gestione di 26.804 aziende e mediamente quasi 9.000 pratiche all’anno (di cui nel 2022 5.070 riguardavano infortuni sul lavoro). Negli ultimi 10 anni ci sono stati circa 20 pensionamenti mai rimpiazzati a causa del blocco del turnover, evidenziano ancora le parti sociali. Il concorso bandito nel 2019 non ha dato i risultati sperati dal momento che molti dei vincitori non hanno preso servizio o hanno rinunciato dopo pochi mesi, optando per altri enti “il cui lavoro è più appetibile rispetto ad INAIL, oppure per ragioni di distanza dalla propria residenza“. Da ultimo, spiegano ancora i sindacati, “molti medici INAIL hanno sostenuto un concorso per passare all’INPS, quindi è possibile che – senza un intervento urgente – tra pochi mesi gli ambulatori non contino su un numero adeguato di medici“. Alle carenze di organico si aggiunge
il “cronico malfunzionamento delle procedure informatiche, causa di continue interruzioni del servizio che esasperano l’utenza a causa della dilatazione dei tempi d’attesa. Tutto ciò – paradossalmente all’interno dell’INAIL- aumenta i rischi legati allo stress da lavoro correlato per i lavoratori dell’Istituto“.
Le Organizzazioni Sindacali, ricordando il problema sicurezza nelle imprese dove nei primi mesi dell’anno sono stati già troppi gli incidenti mortali, chiedono al Governo più investimenti e attenzione sui servizi pubblici INAIL “altrimenti non sarà possibile invertire la rotta“.