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Immigrazione e demografia: una riflessione partendo dai dati

Un minuto dopo mezzanotte il primo nato del 2017 a Rimini

repertorio

Come saranno l’Italia e l’Europa tra qualche anno, tra costanti cali demografici e nuovi flussi migratori? A proporci una riflessione, partendo da alcuni dati, è Carlo Alberto Pari, esperto di economia.

Per riflettere sull’immigrazione, è necessario considerare, oltre alle immense problematiche dei Paesi di provenienza, le analisi demografiche riguardanti il presente ed il futuro del pianeta.
Cercando di non tediare, sintetizzo e semplifico. Le stime fornite dall’ONU, evidenziano un numero di abitanti sul pianeta terra, non lontano dagli 8 miliardi. Presumibilmente, si raggiungerà il picco intorno al 2080, quando si traguarderanno i 10 miliardi. Sono dati che inducono a pensare, anche in considerazione del fatto che il primo miliardo si è superato solo nel 1800.Ciò premesso, analizziamo la situazione e le prospettive dell’Europa, ove la transazione demografica risulta assai complessa e verosimilmente negativa . Negli ultimi decenni, l’opulenza ha facilitato la ricerca, migliorato le cure e l’alimentazione. Il risultato è un significativo aumento dell’aspettativa di vita (sulla qualità, ci sarebbe da discutere). Inoltre, il tasso di fecondità si è attestato su valori inferiori al rimpiazzo generazionale (due figli per ogni donna), con una media UE di circa 1,5 (per l’ Italia 1,2). Le conseguenze di tutto questo, sono l’invecchiamento
della popolazione e nel tempo, la diminuzione della stessa.

A metà del secolo scorso, i Paesi che compongono l’Unione Europea rappresentavano orientativamente il 13% della popolazione mondiale, oggi circa il 6%, nel 2070 le previsioni indicano meno del 4%. E’ un valore che incide in modo considerevole anche sull’economia. Di converso, sono in esponenziale aumento le popolazioni di altri continenti, soprattutto, ma non solo, dell’Africa. Cito solo un eclatante esempio, la Nigeria: le previsioni indicano che nel 2050 diventerà il terzo paese più popoloso del Mondo, non lontano dai 400 milioni di abitanti. Nel 1990, Il Paese aveva 95 milioni di abitanti, oggi circa 216 milioni. Eppure, per tasso di crescita, non è al vertice assoluto. Di fronte a questi numeri, è abbastanza semplice trarre delle conclusioni, che lascio comunque al lettore, ognuno con differenti sensibilità ed idee sui comportamenti da adottare. Appare però evidente, che i risultati destano non poche preoccupazioni, sono necessari interventi lungimiranti, urgenti ed adeguati, con presumibile certezza, non sempre in linea con la ricerca del consenso, da troppo tempo, fulcro portante di tanta politica.