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Crisi sanità. Grossi: case di comunità rischiano di restare deserte

Alice Parma e Mario Giovanni Cozza

Il buco di 400 milioni della sanità emiliano romagnola non fa dormire sonni tranquilli ad un settore alle già alle prese con una grave carenza di personale. Nei giorni scorsi l’assessore regionale Donini ha richiamato le Aziende Sanitarie a contenere la spesa e ha spiegato come turnover e assunzioni non potranno mantenere il ritmo degli ultimi anni. Il tema è stato al centro della puntata di Fuori dall’Aula su Icaro Tv dove, in una intervista, il presidente dell’ordine dei medici di Rimini Maurizio Grossi ha lanciato anche un allarme sulle case di comunità che saranno realizzate con i finanziamenti del Pnrr. “La riforma della medicina territoriale è rimasta lettera morta – ha detto – si fanno solo “case della salute” che rischiano di essere cattedrali che resteranno disabitate. Facciamo le strutture ma con il Pnrr non si assume mentre noi quelle strutture dobbiamo riempirle di professionisti. Purtroppo scontiamo una errata programmazione di una decina di anni fa che ha comportato l’attuale carenza di personale medico: per formare un professionista ci vogliono 11 anni tra corso di laurea e specializzazione e, anche con i correttivi posti in essere, dovremo attendere ancora anni in questa situazione.” “La sfida dobbiamo giocarla – ha ribattuto in studio la sindaca di Santarcangelo Alice Parma, vice presidente della Comitato Territoriale Socio Sanitario – i soldi per fare le case della salute noi li andiamo a prendere. Non rinunciamo all’involucro perché non abbiamo i soldi per garantire il servizio ma lavoreremo per trovarli questi soldi e per dare ai cittadini nuovi servizi“. I numeri però sono impietosi: “nella sola provincia di Rimini avremmo bisogno di 113/169 nuovi infermieri di famiglia, senza contare le altre professionalità – ha precisato Mario Giovanni Cozza della Fp Cisl Romagna – Ma se il turnover è bloccato come faremo ad organizzare queste attività? Già ora non ci sono sostituzioni per malattia, manca l’organico integrativo per la stagione estiva per consentire ferie e garantire rinforzi nelle aree turistiche. Purtroppo il nodo delle risorse umane è tutt’altro che sciolto.