Abusò di un'atleta minorenne in hotel, arbitro di scherma a processo

Avrebbe approfittato dell’inferiorità fisica della minore, causata dall’abuso di sostanze alcoliche, per baciarla e palpeggiarla più volte all’interno della stanza d’albergo a Riccione dove alloggiava. Davanti al rifiuto della vittima, lui avrebbe insistito e, dopo averla afferrata per un braccio, la spingeva nuovamente sul letto per compiere altri toccamenti. Un abuso che si è interrotto quando la ragazzina ha trovato la forza di alzarsi e di precipitarsi fuori dalla stanza.

Lui, Emanuele Bucca, 43enne siciliano di Mazara del Vallo, arbitro internazionale di scherma attualmente sospeso, è stato rinviato a giudizio questa mattina dal gup del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di un’atleta siciliana minorenne, che all’epoca dei fatti (era il 13 maggio 2021) aveva 16 anni e partecipava ai Campionati Italiani di scherma Cadetti e Giovani a Riccione.

La giovane schermitrice era riuscita solo in un secondo momento a raccontare quanto accaduto in quella stanza, facendo scattare l’indagine della Procura, affidata al sostituto procuratore Luca Bertuzzi, nei confronti di Bucca. Nel corso dell’incidente probatorio la ragazzina ha riconfermato per filo e per segno la sua versione. Il prossimo 13 giugno, quindi, davanti al tribunale collegiale di Rimini si aprirà il processo. Federscherma dovrebbe costituirsi parte civile all’apertura del dibattimento.

Bucca era già stato coinvolto in un’altra vicenda analoga: alle olimpiadi di Tokyo era stato sospeso per 30 giorni dalla Federazione italiana di scherma dopo che una giovane collega in questo caso lo aveva accusato di molestie. La vicenda si era conclusa con un patteggiamento.