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Futuro incerto

L'economia rallenta in provincia. Le stime 2023 della Camera di Commercio

In foto: la conferenza stampa della Camera di Commercio
la conferenza stampa della Camera di Commercio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 6 feb 2023 14:33
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L’economia romagnola, come quella nazionale e internazionale, cresce col freno a mano tirato. Colpa dell’incertezza globale, dei costi dell’energia, dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi e delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. A dipingere il quadro previsionale è la Camera di Commercio. Per la provincia di Rimini i dati previsionali 2023 (Scenari Prometeia) rilevano un lieve incremento del valore aggiunto pari allo 0,5%, in linea col dato regionale (+0,5%) e nazionale (+0,4%) ma inferiore a quella attesa per il 2022 (+4%). A livello settoriale, per l’anno in corso, si stima una crescita della ricchezza prodotta nei servizi (+1,2%), una diminuzione nel manifatturiero (-2,4%) e nelle costruzioni (-0,8%) e una certa stabilità nell’agricoltura (+0,1%).
Anche l’export per il 2023 è previsto in crescita (+2,5%) ma in misura lievemente inferiore a quella regionale (+2,7%). Il dato 2022 delle esportazioni dovrebbe chiudere invece con un +1,7%. In aumento il reddito delle famiglie (+2,6%, rispetto al precedente +3,1%) ma con un trend inferiore a quello regionale (+4,6%) e nazionale (+3,9%). E anche i 26mila euro di valore aggiunto per abitante della provincia di Rimini, stimati nel 2023, sarebbero nettamente inferiori ai 32.900 dell’Emilia-Romagna ma anche ai 26.900 italiani. Niente passi avanti in provincia per il tasso di disoccupazione che nel 2023 resterà lo stesso del 2022: 7,7% rispetto al 5,1% regionale e all’8,1% nazionale. La produttività per addetto (61.900 euro), infine, è stimata, per il 2023, ancora inferiore ai territori di riferimento (72.300 euro in Emilia-Romagna, 68.100 euro in Italia).

Il monitoraggio strategico del nostro Osservatorio delinea uno scenario caratterizzato da un rallentamento dell’economia globale e da un’elevata incertezza ma con gli indicatori più aggiornati migliori delle attese – ha commentato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Siamo in una fase di grandi scelte e particolarmente delicata nella quale per i paesi dell’area UE è determinante che la sfida di competitività su Industria 5.0, posta da Cina e Usa, sia affrontata con una visione e in una dimensione di livello europeo. Parallelamente, per il nostro Paese è importante proseguire una politica di bilancio prudente e in grado di contenere il pericolo dell’aumento degli spread e dei suoi effetti negativi, oltre che sui conti pubblici, sull’economia reale. In questa prospettiva e in un contesto di contenimento dei costi dell’energia e di stabilità dei prezzi, è cruciale consolidare il percorso di crescita, alimentandolo con riforme incisive e con investimenti pubblici e privati mirati, che mettano al centro lo sviluppo delle imprese. Per l’importanza di questi temi, abbiamo voluto condividere queste riflessioni con la nostra comunità economica, arricchite da contributi autorevoli sui temi strategici per le imprese quali sono quelli del credito e dell’energia. Parallelamente al lavoro di Osservatorio, prosegue la realizzazione da parte della Camera di un piano di azioni articolato e di portata strutturale per supportare lo sviluppo e la competitività del nostro sistema imprenditoriale e territoriale a partire dall’innovazione, dalla sostenibilità, e dall’internazionalizzazione e per captare e valorizzare i grandi vantaggi strategici derivanti dalle nuove tecnologie e dalle transizioni in atto, con un approccio complessivo di una maggiore e sempre più incisiva apertura ai mercati e alle loro opportunità”.

Le Province di Forlì-Cesena e Rimini fanno rilevare un andamento dei prestiti bancari ad imprese, rilevato nei dodici mesi, in controtendenza rispetto al dato nazionale e regionale, riflettendo minori esigenze di finanziamento del capitale circolante. Il tasso di deterioramento dei prestiti si attesta su livelli contenuti, anche se è leggermente superiore al dato regionale. Il rialzo dei tassi ufficiali avviato lo scorso anno per contrastare l’inflazione si sta trasmettendo al costo del credito bancario” – in sintesi il commento di Giuseppe Genovese, Capo della Filiale di Forlì della Banca d’Italia.