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Anniversario strage Pilastro

Uno Bianca. Familiari delle vittime: chiediamo a Meloni di desecretare gli atti

In foto: un agguato della Uno Bianca
un agguato della Uno Bianca
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 4 gen 2023 13:37
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Chiederemo al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la desecretazione” degli atti che riguardano i delitti della Uno bianca. A dirlo è Alessandro Stefanini, fratello di Otello, uno dei tre Carabinieri uccisi nella strage del Pilastro a Bologna di cui oggi (4 gennaio) ricorre il 32esimo anniversario (Mauro Mitilini e Andrea Moneta le altre due vittime). La banda della Uno bianca tra il 1987 e il 1994 ha insanguinato Bologna, la Romagna e le Marche, con 24 morti e oltre 100 feriti. Stefanini è certo che non tutto è stato raccontato. “Noi ne siamo convinti, sicuramente i Savi non erano da soli – dice – quindi pensiamo ci sia una sovrastruttura, qualcosa di ben più grande. Ovviamente non abbiamo ancora nessun tipo di materiale per dire questo, però cerchiamo in tutti i modi di trovare la verità, perchè si deve all’Italia“. In particolare, visto che “sono passati 30 anni soprattutto dall’eccidio del Pilastro“, la richiesta indirizzata al Governo è di “vedere la documentazione desecretata“, ribadisce Stefanini. Inoltre, “la Digos è più di un anno che ha in mano il materiale per riaprire le indagini, ma noi come parenti non abbiamo avuto nessun tipo di informazione, neanche ‘non c’è nessuna novità’. Quindi – continua Stefanini – chiediamo anche di vedere come stanno ad oggi le indagini, ci sono molti lati oscuri ancora da rivedere, siamo convinti comunque che la Uno Bianca non fosse formata solo da poliziotti bensì da qualcos’altro di ben più grande che aveva sicuramente uno scopo ben più grande di fare soltanto rapine o uccidere delle persone senza nessun tipo di scopo“. Proprio sulla riapertura delle indagini è incentrato l’esposto a cui sta lavorando l’avvocato dei familiari delle vittime, Alessandro Gamberini. “A breve probabilmente uscirà qualcosa“, afferma Stefanini. “Abbiamo cercato di rivedere un po’ tutti i passaggi oscuri di queste indagini, perché onestamente ci sono troppe cose che non quadrano, quindi bisogna per forza rivederle. Anche con la digitalizzazione che avverrà a breve si potranno rivedere tutti i documenti e analizzarli, come è stato per la strage di Bologna o quella di Ustica e cercheremo di vedere il più possibile. La verità la vogliamo, siamo convinti che c’è altro oltre i Savi: non erano soli, personalmente ho una certezza interna dentro di me. Non potevano fare tutto questo in sette anni, ci sono state delle coperture che li hanno aiutati“.
Su desecretazione e riapertura delle indagini “ci associamo a quanto detto da Stefanini, perché ci sono tanti lati oscuri che vanno chiariti. Non chiediamo né più né meno che approfondire determinati aspetti che ci sono“, dichiara Ludovico Mitilini, fratello di Mauro. L’esposto, in particolare, “a breve verrà presentato“, aggiunge Mitilini, per riuscire a “riaprire le indagini su vari punti oscuri di questa vicenda, che sono stati affrontati, ma ci sono aspetti che vanno visti sotto una luce diversa“. Intanto, i familiari delle vittime vivono giornate come quella di oggi “con dolore, perché si rinnovano tanti momenti tristi dell’epoca. Con la speranza ovviamente – sottolinea Mitilini – che si faccia piena luce dopo tanti anni su questa faccenda, piena di ombre e di misteri“.