Preparati "miracolosi" per curare il Covid, a processo il Mago delle Erbe

Faceva credere a ingenui pazienti che potevano sconfiggere il Covid o curare altri mali con i suoi preparati “miracolosi” a base di erbe. Orfeo Bindi, 67enne riminese, noto come il “Mago delle Erbe”, questa mattina è stato rinviato a giudizio dal gup del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini. Il prossimo 5 giugno si aprirà il processo che lo vede imputato per truffa pluriaggravata – perché, secondo l’accusa, “ha approfittato delle precarie condizioni di salute fisica delle parti offese, dell’emergenza epidemiologica a suo tempo in corso e dell’utilizzo del metodo della cosiddetta vendita a distanza” – e abusivo esercizio della professione medica essendosi spacciato, senza averne i titoli, per medico chirurgo, omeopata, fitoterapeuta, nonché ricercatore biodinamico.
Le indagini della Guardia di finanza di Rimini, coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno permesso di individuare alcuni dei clienti raggirati e al tempo stesso di appurare che il falso medico spediva in contrassegno, a numerose persone, “polverine magiche” a base di comuni erbe, ingenerando così nei pazienti il convincimento che assumendole avrebbero curato i loro mali, Covid compreso. Il “Mago delle Erbe” era finito anche a “Striscia la Notizia”. Nel filmato andato in onda il 2 aprile 2021 su Canale 5 nel corso della tg satirico, Bindi viene ripreso mentre chiede a un cliente 110 euro per i suoi preparati miracolosi, la parcella invece “è a offerta libera”.
I preparati del sedicente curatore, tra cui quello per sconfiggere il Covid, sono stati sequestrati dai finanzieri e analizzati da un consulente tecnico incaricato dalla Procura di Rimini. All’esito della perizia era emerso che “i composti costituenti i reperti analizzati possiedono proprietà che impongono sempre un loro uso controllato (da parte di persona con competenze ed abilità professionali), soprattutto in relazione alle dosi. L’assunzione per via orale – scriveva il perito – può comportare rischi legati a reazioni allergiche o alla tossicità degli olii essenziali, che dipende, come per ogni prodotto, dalla quantità assunta. Le piante aromatiche, le spezie e gli olii sono estratti naturali completi, estremamente concentrati e potenti, quindi potenzialmente tossici e dannosi per chi li assume in modo non controllato e, a seconda della pianta, in relazione alla dose e al tempo di somministrazione”.
Nei confronti di Bindi le fiamme gialle hanno eseguito lo scorso gennaio anche un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie pari a 16 mila euro, il provento secondo l’accusa della sua attività illecita. “Ad oggi delle 30 persone offese nessuna si è costituita parte civile – afferma il difensore di Bindi, l’avvocato Antonio Giacomini del Foro di Forlì -. Con l’apertura del dibattimento puntiamo a dimostrare che i reati contestati sono privi di fondamento”.